La Nuova Sardegna

Sassari

Ossi, processo alla maestra Lei: «Mai usato violenza»

di Luca Fiori

L’insegnante accusata di aver usato metodi forti con gli alunni si difende In attesa della deposizione in aula assicura: «Non ho picchiato i bambini»

17 gennaio 2016
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OSSI. Bambini e genitori l'accusano di aver utilizzato metodi correttivi eccessivi durante le lezioni. Lei si difende e, in attesa di farlo in aula, assicura attraverso il suo legale Gabriele Satta di non aver alzato le mani nei confronti degli scolari della scuola elementare di Ossi. Maria Pina Mastino è accusata del reato di abuso dei mezzi di correzione o di disciplina.

La vicenda risale al 2010-2011. Erano stati diversi genitori che non condividendo i metodi utilizzati dalla maestra nella scuola primaria di Ossi si erano rivolti ai carabinieri. Due famiglie avevano chiesto l'assistenza degli avvocati Michele Sanna e Maria Antonietta Sanna e si erano costituite parte civile. Altri cinque genitori avevano trasferito d'urgenza i propri figli in un'altra classe.

La maestra inizialmente era rimasta al proprio posto, in quanto il dirigente scolastico, che aveva avviato un'indagine interna, non aveva raccolto prove sufficienti da poter intraprendere dei provvedimenti. Poi, una volta venuta a conoscenza delle accuse a suo carico, era stata lei stessa a presentare domanda di trasferimento. In un primo momento il Dirigente Scolastico aveva respinto quella domanda e consigliato alla maestra Mastino di restare al proprio posto. La decisione di cambiare istituto e trasferirsi nella scuola di Tissi maturò definitivamente solo nel successivo anno scolastico e di comune accordo col dirigente.

Giovedì prossimo altri due bambini che sei anni fa l'accusarono saranno chiamati in aula a testimoniare contro di lei. Giovedì scorso era toccato ai primi due. Per loro non è stato semplice. Per evitare che durante la deposizione incrociassero lo sguardo della maestra di matematica, li hanno protetti con un paravento, l'accorgimento utilizzato solitamente nelle aule bunker per i pentiti di mafia.

Entrambi hanno riferito al giudice Silvia Guareschi, che si è avvicinata ai piccoli testimoni ed è stata lei l'unica a rivolgere le domande per conto degli avvocati della difesa e della parte civile, che la maestra utilizzava dei metodi forti. Nessuno dei due ha però confermato integralmente le accuse a carico dell'insegnante. Nessuno dei due in aula ha riferito di essere stato fatto segno di "pressioni agli occhi con le dita una volta tolti gli occhiali - come era stato raccontato sei anni fa in sede di querela - o addirittura di dita infilate nel naso fino a tirarlo su e quasi a sollevarlo". Il processo prosegue giovedì prossimo.

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