La Nuova Sardegna

Sassari

Lucia Merella, la cubista di Florinas che sogna di entrare nell'Arma

di Luigi Soriga
Lucia Merella (foto Ivan Nuvoli)
Lucia Merella (foto Ivan Nuvoli)

Una ventenne racconta la sua storia di ballerina di lap dance. L’ossessione dei soldi e i conflitti a casa: «È una parentesi, poi farò il carabiniere»

10 gennaio 2016
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FLORINAS. Lucia alle nove di sera prepara il suo assetto da combattimento: mascara nero sulle ciglia lunghissime, ombretto, un filo di rossetto chiaro, push-up a strizzare la sua quinta, culotte o perizoma a incorniciare rotondità . Dopodiché è pronta a farsi infilzare da centinaia di occhi che restano appesi ai suoi strofinamenti sinuosi ad un palo. Lucia Merella ha 20 anni, è una lap-dancer, ha 13mila fan nei social network, ogni sua foto languida è obliterata da centinaia di like, e i suoi spettacoli nei pub e nei locali notturni sono gettonatissimi. Si può dire tranquillamente che la vera pantera del Goceano, perse le tracce di quella nera con la coda, al momento è lei. E ogni fine settimana fa tappa in un luogo diverso. Come la pantera marca il territorio. Prima Bono, poi Sedini, poi Bonorva, poi tappa a Sassari, a Sennori, con l’agenda piena di appuntamenti almeno sino ad aprile.

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Se poi si considera che è nata e cresciuta a Florinas, che suo padre è il comandante dei vigili urbani, è una ragazza molto fuori dalle righe, che ha un nonsochè di rivoluzionario. «Alla fine non mi dispiace abitare in una piccola realtà - dice - se vivessi in una metropoli come Milano, sarei una delle tante, nessuno si accorgerebbe di me».

Inutile cercare la densità di una storia dietro la scelta di stare mezza nuda sotto i riflettori. Nessun disagio interiore, dramma o difficoltà economica. «Se ho deciso di sculettare in mezzo a tanti uomini, il motivo è uno solo: i soldi. Per me sono una specie di ossessione, mi piace averli anche se non devo spenderli per forza. Come Paperone che sguazzava nella sua piscina di dollari. E l’unico modo che al momento ho trovato per farli velocemente, non avendo ancora un titolo di studio, è proprio questo».

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Dai 150 ai 200 euro a serata, dipende dal locale. Due ore di impegno, un’ora effettiva di ballo. «Non dico di essere più bella o tecnicamente più brava delle altre. Ma sono lo stesso tra le più richieste. È che quando faccio le cose io le faccio bene. Non presto attenzione alle parole che mi gridano gli uomini, anche se alcune non puoi fare a meno di sentirle. Tendo a isolarmi in una bolla tutta mia. Però un piccolo trucchetto lo adotto: punto uno spettatore, che diventa come una piccola tela nella quale dipingere la mia arte, se così la si può chiamare. È più semplice lavorare in piccolo, piuttosto che disegnare su una parete gigante».

Il contesto nel quale si esibisce non è sempre dei più raffinati, e anche l’affetto del pubblico non si manifesta esattamente in lanci di fiori e standing ovation. «Qualche volta l’ambiente è un po’ pesante. All’inizio la gente arrivava sotto di me, quasi a toccarmi. Ora c’è sempre un piccolo spazio di sicurezza tra me e il pubblico. E comunque sono abbastanza sveglia da capire che è il gioco dei ruoli. Io mi pongo come oggetto, io sono un’animatrice sexy, sono al centro dell’attenzione, l’oggetto del desiderio e quindi ci sta che loro mi vedano come un oggetto». E i discorsi sulla dignità della donna, le paternali, e le critiche, a furia di sentirli e risentirli le colano sopra con indifferenza. «Io rispetto chi va a lavare le scale, forse se avessi un carattere diverso lo avrei fatto. Ma non è la mia vita. Però nessuno creda che la mia, di scelta, non comporti dei sacrifici. Perché è una scelta che ti perseguita nella quotidianità: se tu balli a culo al vento su un palco, la gente ti riconoscerà sempre e dovunque. Poi puoi uscire castigata a fare la spesa al supermercato, incontrerai sempre quello che ti addita o fa di gomito all’amico per dire: quella tipa l’altra sera si strusciava a culo nudo su un palo. Non hai scampo e in quei momenti ti senti peggio di una prostituta».

E poi hai addosso gli occhi di un intero paese, perché Lucia Merella a Florinas è un personaggio. «Sono sempre stata appariscente, sin dai 14 anni. Sono nata con i tacchi. Uscivo in scarpe da ginnastica e nella borsa nascondevo il tacco 12». C'è il conflitto tra le mura familiari, con il padre comandante dei vigili, uomo tutto d’un pezzo, e la madre insegnante, cattolica praticante, che per una figlia forse avrebbero desiderato qualcosa di diverso da un futuro da sexy animatrice.

«In verità questa per me è solo una parentesi - dice Lucia - la prendo con leggerezza, come faccio un po’ con tutta la mia vita. Il mio sogno è quello di indossare una divisa. Sono anche fidanzata con un carabiniere. Non può essere un caso. E un giorno sarò un carabiniere. Una sexy marescialla».

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