La Nuova Sardegna

Sassari

Agris, La Base attacca l’assessore Falchi

Agris, La Base attacca l’assessore Falchi

Ledda e Arbau criticano la scelta della Regione di revocare il bando per la scelta del direttore generale

29 dicembre 2015
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BONO. Duro attacco dei consiglieri regionali de La Base all’assessore regionale all’Agricoltura Elisabetta Falchi, «che con grande ritardo – spiega il consigliere regionale di Bono Gaetano Ledda – ha annullato l’avviso pubblico per l’acquisizione di manifestazioni d’interesse per la nomina del direttore generale dell’agenzia Agris». Dopo aver aspramente criticato il bando per la raccolta delle manifestazioni di interesse, tacciato dai consiglieri de La Base di «illegittimità e contraddittorietà», è stato soprattutto Ledda a ribadire la sua contrarietà all’operato dell’assessore, votando la sfiducia «per l’inadeguatezza al ruolo dimostrata dall’assessore in questo anno e mezzo, oltre che in questo caso in cui ha praticamente bloccato e paralizzato un ente attivo come Agris per mere questioni di lottizzazione». Nell’occasione anche il centro destra aveva votato la sfiducia a Falchi, ma non per le stesse motivazioni addotte da Ledda, che si riferisce soprattutto alle questioni riguardanti la nomina di Agris che hanno visto una richiesta di manifestazioni di interesse poi ritirata. «Una brutta figura senza precedenti – la definisce senza peli sulla lingua il consigliere Ledda – che se accompagnata da un briciolo di dignità l’avrebbe condotta alle dimissioni, anziché farla continuare a nascondersi e addurre scuse ridicole». Il decreto di annullamento del bando, dice Ledda, di fatto «certifica l’errore dell’assessore», la quale, però, «con la sua solita flemma dimostra di non conoscere l’umiltà e il buon senso e, anziché ammettere il gravissimo abbaglio, sorvola sulle vere motivazioni e si copre di ridicolo con scuse allucinanti». «Ci preoccupa – aggiunge il consigliere de La Base Efisio Arbau – la superficialità e la sufficienza con cui si affrontano argomenti importanti e il fatto che gli equilibri politici siano anteposti al bene comune». (b.m.)

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