La Nuova Sardegna

Sassari

Sassari, le mura e il castello rinascono in 3D

Federico Spano
Porta Utzeri nella ricostruzione di Alessandro Luiu
Porta Utzeri nella ricostruzione di Alessandro Luiu

Realizzate da Alessandro Luiu alcune immagini che mostrano come sarebbe stata la città medievale senza le demolizioni dell'Ottocento

08 dicembre 2015
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SASSARI. Molti sassaresi oggi si chiedono come sarebbe stata la loro città se le mura e il castello medievali non fossero stati abbattuti. È difficile immaginare le porte della città dove oggi è rimasto solo il nome, tra semafori, auto in sosta e gente che fa la spesa. Come è difficile immaginare cosa sarebbe oggi il castello e quanto sarebbe bello con una illuminazione studiata ad hoc, come è avvenuto per il palazzo della Provincia.

Ebbene, un bravissimo grafico sassarese, Alessandro Luiu, ispirato dall’amico e maestro Igor Cassano, ha lavorato per giorni per creare la Sassari che sarebbe potuta essere, se i nostri antenati non avessero deciso di distruggere la loro storia, la nostra storia. Le foto sono state pubblicate sulla sua pagina Facebook in un album intitolato "Sassari, le mura e il castello" con questa spiegazione che riporta un testo di Gian Filippo Orlandi.

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«Il 2016 sarà l'anno del centro storico della città, in occasione dei 700 anni degli Statuti Sassaresi. E proprio la cinta muraria e le sue torri vennero edificate rispettando appieno misure e indicazioni contenuti in essi. "Oggi rimane ben poco delle mura di Sassari, di quella cinta di mura e torri merlate che fino alla metà del secolo scorso racchiudeva, ormai da tempo inutilmente, una concentrazione di piccoli e medi edifici sempre più saturi di abitanti, mentre all'esterno tutto era campagna aperta, con qualche piccola chiesa isolata qua e là. La cinta è in gran parte scomparsa e quell'agglomerato che costituisce il centro storico di Sassari è soltanto una piccola parte di una città che si è estesa a macchia d'olio, sviluppandosi lungo le antiche arterie stradali per Cagliari, per il porto di Torres, per Sorso, Ittiri, Ossi e Tissi. Le depressioni naturali della Valle di Rosello e del Fosso della Noce, che per lungo tempo avevano costituito un valido elemento di difesa ma anche un ostacolo per l'espansione della città in quella direzione, oggi sono superate con due ponti e quattro terrapieni che agevolmente conducono le strade dall'altra parte. Sono scomparse le chiese esterne di San Biagio, San Sebastiano e Sant'Anna; San Pietro di Silki è stato ormai assorbito dalla città; Cappuccini, il Monte e Baddimanna sono da tempo saturi di costruzioni; la città vecchia è completamente aperta; rimangono per fortuna alcuni tratti di cortina e qualche torre nel corso Trinità, in via Saffi e in via Torre Tonda. Del Castello più nessuna traccia, almeno in superficie". Così scriveva Gian Filippo Orlandi all'inizio del suo libro "Sassari, le Mura e il Castello" da cui ho preso in prestito il titolo per questo album ma sopratutto il lavoro svolto in occasione del restauro di ciò che rimaneva della cinta muraria e delle sue torri. Mi sarebbe piaciuto che Orlandi avesse potuto vedere questa ricostruzione frutto di una piccola dose di follia, di tanta pazienza e del suo prezioso contributo. Dedicato a tutti i sassaresi».

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