La Nuova Sardegna

Sassari

Il “San Giovanni Battista” passa alla Asl

di Vannalisa Manca
Il “San Giovanni Battista” passa alla Asl

Beni e funzioni dell’Ipab saranno trasferiti come chiesto ormai da 22 anni dai sindacati: soddisfazione di Fi, dubbi del Cd

03 dicembre 2015
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SASSARI. «Dopo 22 anni di dure battaglie finalmente l'Ipab di Ploaghe e i suoi lavoratori potranno avere un futuro attraverso l'approvazione dell'emendamento che interviene e modifica la legge di riordino delle Ipab, che in buona sostanza prevede il trasferimento dei beni e del personale alla Asl di Sassari»: così le segreterie territoriali della Funzione pubblica Cgil , Cisl e Uil, dopo che la commissione Sanità ha approvato a maggioranza un emendamento che prevede il passaggio alla Asl 1 di beni e funzioni dell’Ipab San Giovanni Battista. Clima più sereno, quindi, tra i lavoratori, anche se l’iter non si è certamente concluso con il sì all’emendamento. Ora dovrà essere votato in Consiglio e poi ci saranno tutte le procedure amministrative e di controllo anche sulla copertura finanziaria necessaria per qualificare il passaggio.

Di certo, comunque, è un passo avanti considerevole, anche se da una parte Antonello Peru e Marco Tedde (Forza Italia) parlano di risultato importante, dall’altra Anna Maria Busia (Centro Democratico) dice che per i lavoratori delll’istituto «è l’ennsima beffa: non ci sono garanzie di assunzione nell’Asl». In realtà, l’emendamento parla di “beni e funzioni” senza precisare se in questi due contenuti è compreso il personale.

La modifica alla legge regionale n. 23 del 2005, traccia una prospettiva differente per le Ipab che svolgono prevalentemente attività socio-sanitaria, prevedendo che in caso di estinzione le funzioni e i beni siano trasferiti all'azienda sanitaria locale nel cui ambito territoriale hanno la sede legale.

Ciò al fine di assicurare una più corretta corrispondenza tra le funzioni socio-sanitarie eventualmente svolte dalle Ipab e l'ente - Azienda sanitaria locale - concretamente chiamato ad esercitare le stesse funzioni, proprie del sistema sanitario, con l'assorbimento dei relativi beni e del personale .

«Un risultato storico raggiunto dopo una vertenza durata 22 anni - scrivono in una nota i segretari Pierpaolo Spanedda, Antonio Monni e Dario Cuccuru - grazie alla tenacia e alla forza dei lavoratori e delle rappresentanze sindacali, che non hanno mai smesso di protestare e rivendicare un diritto sacrosanto».

Naturalmente, si diceva, la prudenza è d'obbligo, nel senso che il cammino è ancora lungo, e nel frattempo bisogna accelerare i tempi affinché il presidente della giunta regionale proceda a decretare l'estinzione dell'ente, in modo tale da accedere ai finanziamenti statali che ciascun anno mettono a disposizione oltre tre milioni di euro per le Ipab estinte. Con queste risorse si può far fronte al pagamento delle quattro retribuzioni arretrate, assicurando anche i pagamenti verso i fornitori.

Il sindacato tuttavia sottolinea che non abbasserà la guardia, «mantenendo la massima attenzione anche verso tutta la platea di lavoratori con contratti flessibili, rispetto ai quali chiederemo alla Regione e alla Asl continuità lavorativa attraverso le garanzie previste per legge».

Secondo i consiglieri di Fi, Peru e Tedde, primi firmatari della proposta di legge per il “San Giovanni Battista” «è importante che la Giunta e il Consiglio condividano la soluzione da noi suggerita di trasferire alle Asl funzioni, beni e personale delle Ipab che svolgono attività socio-sanitarie, come la Fondazione S. Giovanni Battista. La situazione era arrivata a un bivio: con l’emendamento si imbocca la strada giusta per una fondazione prestigiosa, che mette in campo professionalità importanti per i pazienti e per la comunità».

Ma per la consigliera del Centro Democratico, Anna Maria Busia (che ha votato contro l’emendamento), la situazione che si viene a creare è ben lontana dal risolvere i problemi legati all’assorbimento del personale da Sgb ad Asl: «L’emendamento è una beffa, una presa in giro per i lavoratori. Si parla di beni e funzioni ma non si fa cenno al personale». E afferma che ora si illudono i lavoratori, ma prima si devono reperire le risorse finanziarie per pagare stipendi e arretrati, deve essere definita la liquidazione dell’Ipab e la sua trasformazione in Asp (Azienda di servizi alla persona), e va presentato, all’interno del sistema sanitario regionale, il piano di riorganizzazione del sistema riabilitativo-socio-sanitario.

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