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Sassari

Morte all’ospedale civile di Sassari, assolti 7 medici

Morte all’ospedale civile di Sassari, assolti 7 medici

Un 65enne di Siligo era deceduto nel 2011 per una rara sindrome. Il gup: non ci fu negligenza

27 novembre 2015
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SASSARI. Una notte e un giorno trascorsi al pronto soccorso, poi la morte. Mario Donato Casu, 65 anni all’epoca dei fatti (era il 2012) era stato preso in cura dal personale dell’ospedale Civile di Sassari. Dopo il suo decesso la Procura aveva aperto un’inchiesta e sette medici erano stati rinviati a giudizio per omicidio colposo. Giovedì 26 si è concluso il processo in abbreviato e tutti gli imputati sono stati assolti «per non aver commesso il fatto». Si tratta di Sergio Rassu, 62 anni, Roberta Secci 49, Massimo Federico Boschi, 51, Patrizia Tilocca, 55, Bruno Desole, 55, Marinella D’Onofrio, 58, e Pina Idini di 65. Tutti in forze nei reparti di Pronto Soccorso, Medicina d’urgenza, Medicina interna, Neurologia e Psichiatria.

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Casu era stato portato al pronto soccorso per un malore nella tarda serata del 17 aprile del 2011. Le sue condizioni di salute di base erano buone, così dissero i familiari. Arrivato al pronto soccorso del Santissima Annunziata, dopo il triage aveva atteso il suo turno assieme alla moglie fino al pomeriggio successivo, quando ne era stato disposto il ricovero nel reparto di Medicina 3. In serata, a ormai quasi 24 ore dall’arrivo in ospedale, erano iniziati gli accertamenti. Ma nel corso della notte le sue condizioni erano precipitate, il pensionato aveva smesso di respirare verso le 4 del mattino.

I familiari avevano da subito voluto vederci chiaro, lo stesso ospedale aveva disposto un accertamento sul cadavere, un riscontro diagnostico all’esito del quale era stato stabilito che la morte non avesse nulla a che fare con il comportamento dei medici. Quella risposta non aveva però convinto moglie e figlia di Casu che avevano presentato un esposto in Procura, attraverso l’avvocato Alberto Tenca. Il sostituto procuratore Carlo Scalas aveva avviato un procedimento per omicidio colposo e aveva poi chiesto una perizia.

All’esito dell’incidente probatorio emerse che la morte del pensionato era riconducibile a una “sindrome serotoninergica”, una forma rarissima di eccesso di serotonina nell’organismo. Furono probabilmente i farmaci prescritti a Bologna, dove l’uomo era stato curato prima del suo ritorno in Sardegna, a provocare la reazione anomala dell’organismo. E quando Casu arrivò in ospedale a Sassari, dopo un primo passaggio alla guardia medica di Thiesi, la sindrome era già conclamata e la sorte del paziente segnata.

I sette camici imputati, assistiti dagli avvocati Nicola Satta, Marco Manca, Giovanni Pietro Lubinu, Piera Meloni, Franco Luigi Satta e Stefano Porcu hanno sempre respinto le accuse mosse dalla Procura che in particolare contestava loro di aver omesso «la valutazione radiografica del torace, le dovute indagini di laboratorio microbiologiche, un monitoraggio e una sorveglianza accurati così incorrendo in un errore in fase diagnostica che fece loro ignorare la presenza di un’infezione acuta delle basse vie respiratorie».

Ma giovedì 26 il giudice, sulla base della documentazione prodotta e dell’esito della perizia, non ha ravvisato alcun reato nella loro condotta e li ha assolti. (na.co.)

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