La Nuova Sardegna

Sassari

«Lo colpì solo per difendersi»: assolto

di Nadia Cossu
«Lo colpì solo per difendersi»: assolto

Emanuele Bottegoni scagionato dall’accusa di omicidio preterintenzionale, la vittima morì cadendo a terra dopo un pugno

26 novembre 2015
3 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. Emanuele Bottegoni non voleva uccidere Gianpaolo Pintus. Quel che accadde fuori dal bar di Bancali ad agosto del 2012 non fu di sicuro conseguenza di un’azione volontaria. Bottegoni, 41 anni di Sassari, colpì Pintus, di 57, per «legittima difesa». E per questo ieri, al termine del processo che si è celebrato con rito abbreviato, il giudice Antonello Spanu lo ha assolto.

«Un processo drammatico» lo avevano definito gli avvocati della difesa Salvatore Carboni e Marco Costa durante una accorata arringa. «Drammatico, certamente, per la vittima e per i suoi familiari ma anche per l’imputato che mai avrebbe voluto la morte di Pintus».

Al termine della requisitoria, il pubblico ministero Giovanni Porcheddu aveva chiesto una condanna a quattro anni e otto mesi per omicidio preterintenzionale riconoscendo all’imputato le attenuanti, considerato che chiamò subito l’ambulanza e prestò i primi soccorsi.

Pintus era morto dopo una lite davanti all’ingresso dell’Eurobar di Bancali. Bottegoni si era presentato in questura con il suo avvocato e aveva raccontato tutto quello che era successo. Agli agenti della squadra mobile aveva cioè detto di aver ricevuto una spinta da Pintus e che per difendersi lui lo avrebbe spinto a sua volta con la mano – si parlò di un pugno – facendolo cadere a terra. Da quel momento Pintus non si era più ripreso. Dopo un po’ di giorni, il 5 settembre per la precisione, il suo cuore si fermò. Secondo gli avvocati della difesa, a provocare la morte non fu il pugno sferrato da Bottegoni ma la caduta a terra perché la vittima battè con estrema violenza la testa. Oltretutto la perizia medico legale evidenziò la compatibilità con una manata o una spinta sulla parte bassa del volto (in linea quindi con la tesi difensiva). Il medico disse anche che Pintus era ubriaco. A questo proposito, accusa e avvocati di parte civile Nicola Lucchi e Alessandra Delrio, durante la loro discussione – riferendosi alla condotta che ebbe quel giorno Bottegoni – parlarono di «accettazione della sfida» da parte dell’imputato di fronte a un uomo «palesemente inferiore dal punto di vista fisico e per giunta ubriaco al momento della lite». Per questo, a loro dire, «Bottegoni non avrebbe dovuto sferrargli quel pugno». Tesi alla quale aveva replicato la difesa sostenendo che se davvero fosse stato così Bottegoni non sarebbe rimasto a parlare per diversi minuti sull’uscio del locale. Le offese di Pintus erano cominciate dentro il bar, poi aveva chiesto a Bottegoni di uscire e lui, molto serenamente, aveva detto di sì ma non prima di aver pagato il conto al bancone. «Se avesse accettato la sfida non se la sarebbe presa con tanta calma».

E alla tesi della legittima difesa ha creduto anche il giudice che lo ha assolto.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

In Primo Piano
Trasporti

Numeri in crescita nel 2023 per gli aeroporti di Olbia e Cagliari, in calo Alghero

Le nostre iniziative