La Nuova Sardegna

Sassari

Industria, tutti in piazza per il lavoro

di Gianni Bazzoni
Industria, tutti in piazza per il lavoro

Domani sciopero generale e assemblea pubblica a Porto Torres. Duro attacco dei sindacati alla Regione: «Solo silenzio»

26 novembre 2015
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SASSARI. Accordi non rispettati e diventati improvvisamente carta straccia nonostante siano stati sottoscritti nelle sedi istituzionali più alte (a cominciare dalla Presidenza del consiglio dei ministri), assicurazioni dai vertici dell’Eni (anche recenti) sul fatto che niente sarebbe cambiato. E poi il silenzio della Regione che viene accusata di avere un atteggiamento passivo di fronte a scelte che minano definitivamente il futuro di un territorio - quello del nord-ovest della Sardegna - già duramente segnato dalla crisi, da scelte sbagliate e da impegni non mantenuti.

Su queste basi, domani i lavoratori dell’industria (chimica, energia, gpl e coibenti) - mobilitati dalle organizzazioni di categoria di Cgil, Cisl e Uil - tornano in piazza con uno sciopero che comincia alle 7 davanti ai cancelli del Petrolchimico e poi si sviluppa con una assemblea pubblica nella sala “Filippo Canu” a Porto Torres.

«La scelta dell'Eni di cedere Versalis ad un fondo di investimento, aggiunge dubbi sulla effettiva possibilità che lo stabilimento di Porto Torres possa, così come previsto dal Protocollo di chimica verde, ripartire a seguito della riconversione industriale concordata nel giugno del 2011 – sostengono Massimiliano Muretti, Luca Velluto e Giovanni Tavera, segretari di Filctem-Cgil, Femca-Cisl e Uiltec-Uil –. Le dichiarazioni che l'amministratore delegato Claudio Descalzi ha rilasciato alle sgreterie nazionali lasciano pochi dubbi: confermano che il gruppo Eni intende modificare i propri asset e procedere con la cessione delle quote di maggioranza di aziende come Versalis e Saipem, riorganizzandone altre per concentrare le attività solo su esplorazione e estrazione di gas».

La preoccupazione è relativa al fatto che il Fondo di investimento interessato a rilevare quote di Versalis, non avrebbe manifestato alcun interesse nei confronti dei progetti per la chimica verde in Italia.

«Vengono messi così in discussione tutti i siti chimici di Versalis – sottolinea il sindacato – e quindi gli investimenti già previsti sulla chimica, in particolare su quella verde, realizzando il presupposto della definitiva scomparsa della chimica in Italia».

C’è anche la solita beffa tra le righe: gli investimenti relativi alla chimica verde vengono dichiarati «sospesi», ma in realtà appaiono cancellati.

Il coordinamento sindacale nazionale del gruppo Eni alla presenza dei segretari generali di Filctem, Femca e Uiltec ha già deciso di dichiarare due ore di sciopero-assemblea entro il 5 dicembre, giorno in cui si svolgerà l’assemblea nazionale dei delegati Eni, partecipata dai segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Susanna Camusso, Anna Maria Furlan e Carmelo Barbagallo. E il 18 novembre in una partecipata assemblea tenutasi nello stabilimento di Porto Torres, i lavoratori - all'unanimità - hanno deciso di rilanciare la protesta, chiamando pesantemente in causa la Regione.

«Il presidente Francesco Pigliaru, non ha mai voluto riconvocare i tavoli tematici sulla chimica verde, previsti dal Protocollo e dall'addendum.Dei due incontri che ha avuto con l’Ad Descalzi non si hanno resoconti. Nessuna attenzione nei confronti dell'industria. Sua la certificazione del mancato investimento di 230 milioni di euro sulla centrale a biomasse, una perdita definita: "qualche ridimensionamento"».

Lo sciopero di domani prevede l’astensione dal lavoro per l’intera giornata. Il ritrovo è previsto alle 7 davanti ai cancelli dello stabilimento, poi il corteo si dirigerà verso la sala “Filippo Canu” a Porto Torres, dove alle 9.30 avrà inizio l'assemblea pubblica.

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