La Nuova Sardegna

Sassari

Adele, in arrivo un trasferimento al Brotzu

Adele, in arrivo un trasferimento al Brotzu

Ipotesi di soluzione a breve termine per la donna in coma ancora ricoverata in Rianimazione

24 novembre 2015
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SASSARI.

Sembra vicina la soluzione della vicenda che vede protagonista, suo malgrado, una donna sassarese di 56 anni in coma dal 24 ottobre a causa di un ictus e ancora ricoverata nel reparto di Rianimazione dove è stata stabilizzata e dichiarata fuori pericolo, perché al momento non c’è posto nelle strutture sarde specializzate nella neuroriabilitazione.

L’ipotesi sarebbe quella, per la verità già prospettata nei giorni scorsi, di un trasferimento all’ospedale Brotzu di Cagliari dove sono disponibili 6 posti e dove, entro oggi si potrebbe liberare un letto. Tra le opzioni prospettate durante questa lunga attesa anche quella di un trasporto in un centro della Penisola perché Adele, questo il nome della paziente, ha urgente bisogno di riprendere, attraverso terapie superspecialistiche, le funzionalità perse con l’ictus.

Intanto la storia di questa sfortunata donna ha suscitato il dibattito tra chi a vario titolo si occupa di sanità. Dopo l’associazione Traumi cranici interviene ora la Cgil Funzione Pubblica che pone l’accento sul vuoto programmatorio relativo all’istituzione a Sassari di posti letto per la riabilitazione. «La riforma sanitaria che l’assessore Arru ha portato all’attenzione delle forze politiche e sociali, appare nebulosa proprio per quanto riguarda l’istituzione dei posti letto per post-acuti e riabilitazione, che secondo le norme nazionali andrebbero identificati con la riduzione dei posti per acuti. La riforma in dirittura di arrivo con la ridefinizione della rete ospedaliera ha di fatto tagliato i posti letto ma non ha concretamente individuato quelli per la riabilitazione intensiva che devono rispondere al bisogno di recupero non solo della signora ricoverata in Rianimazione, ma anche e soprattutto dei numerosi pazienti ricoverati negli ospedali sassaresi».

All’interno dell’ospedale Santissima Annunziata esiste un’unità operativa di Fisiatria ma non è dotata di posti letto. I medici e il personale infermieristico si spostano dunque nei vari reparti dove c’è necessità di seguire pazienti che hanno bisogno di riabilitazione. «I numeri sono importanti, solo al Civile si trattano una media di 25/30 pazienti al giorno di cui il 50 per cento dovrebbe andare in regime di riabilitazione intensiva, all’interno della quale rientra la neuroriabilitazione. Questo vuoto programmatorio interrompe peraltro il tanto “osannato” processo di integrazione ospedale-territorio al quale mancano risorse, strutture e economie di gestione. In Sardegna, la rete di servizi per la riabilitazione, per alcuni aspetti insoddisfacente, deve essere migliorata sia in riferimento alle strutture di riabilitazione intensiva a livello ospedaliero o presso presidi extraospedalieri, sia in riferimento ai presidi di riabilitazione estensiva».

Nel frattempo Adele viene seguita in Rianimazine dall’equipe di medici e infermieri guidati da Guglielmo Padua che si prodigano nell’attesa di una soluzione, considerato che comunque quello della donna sassarese, come di altri malati, ora è diventato un ricovero improprio. In più riceve le terapie da parte dei fisioterapisti dando segnali di ripresa, alla luce dei quali si fa ancora più urgente l’avvio di pratiche neuroriabilitative specifiche. E vengono fuori altre storie simili a quella di Adele. Un uomo racconta il dramma di sua madre che negli stessi giorni di Adele è stata colpita da emorragia cerebrale: anche lei si trova in coma nel reparto di Rianimazione in attesa di un’altra sistemazione.

L’intervento di Cgil-Fp si conclude con l’appello all’assessore Luigi Arru «perché si faccia finalmente ordine su un sistema confuso, inadeguato e inconcludente che porta ad assistere all’impotenza dei pazienti e delle loro famiglie di fronte al grosso problema della disabilità». (g.g.)

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