La Nuova Sardegna

Sassari

Adele ancora nel limbo della burocrazia

Adele ancora nel limbo della burocrazia

Non si è risolto il caso della donna in coma “parcheggiata” in Rianimazione senza neuroriabilitazione

18 novembre 2015
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SASSARI. Un assurdo silenzio avvolge ancora il futuro di Adele, la donna in coma a causa di un ictus, la cui vita è sospesa nel reparto di Rianimazione dell’ospedale Santissima Annunziata. Dal 24 ottobre, giorno in cui la donna di 56 anni è stata colpita da un grave ictus cerebrale che l’ha fatta finire in stato di coma, Adele è ricoverata al civile di Sassari ma in realtà non dovrebbe stare lì. Dovrebbe trovarsi in un reparto di neuroriabilitazione nel quale sia possibile attivare tutte le terapie che consentano alla paziente di recuperare al massimo il deficit procurato dal grave evento patologico che, come si sa, è in grado si compromettere molte delle funzioni fisiologiche e neurologiche dell’organismo.

La destinazione più idonea sarebbe dovuta essere il “Santa Maria Bambina” di Oristano, centro di eccellenza per questo tipo di pazienti: persone in coma che vengono trattate in vista di un risveglio con meno conseguenze possibile. Il problema però - questa la situazione assurda -, è che il centro oristanese, nonostante sia attivo da parecchi anni per questo tipo di malati, non è più previsto dal nuovo piano regionale sanitario e quindi non può più accogliere nuovi ammalati. Il nuovo reparto superspecializzato sarà collocato all’interno dell’ospedale San Martino di Oristano tuttavia quest’ultimo non è stato ancora aperto.

Morale, Adele, che da subito avrebbe dovuto usufruire delle terapie neuroriabilitative che sono tanto più efficaci quanto più vengono applicate tempestivamente, è ancora in attesa di una destinazione. Ancora per tutta la giornata di ieri i parenti, in primo luogo il compagno Mario, e gli amici hanno atteso inutilmente una risposta da parte dei medici del reparto dove la donna si trova attualmente ma nel quale non può essere sottoposta ad alcuna terapia.

I medici di Rianimazione, a loro volta, attendono risposte dalla direzione sanitaria della Asl per un tempestivo trasferimento della paziente in una struttura più adatta. A questo punto, se anche oggi non arriveranno risposte neppure dalla Regione, l’ipotesi più probabile è il trasporto della donna in un centro specializzato fuori dalla Sardegna. Un’operazione, va detto, estremamente costosa per i mezzi che in questi casi è necessario utilizzare e per la diaria che la Regione sarda dovrà rimborsare a quella “ospitante”. Per non parlare del disagio a cui sarebbero sottoposti i parenti.

Per il momento dalla Regione non sembra essere arrivata una risposta chiara sul fatto che nel passaggio tra l’attuale centro “Santa Maria Bambina” e il nuovo reparto del San Martino a rimetterci sono i pazienti come Adele a cui di fatto viene negato il diritto ad essere curati in modo adeguato. Anzi, Adele al momento non riceve alcuna cura e man mano che passano i giorni si allontana sempre di più la possibilità che il suo organismo possa riprendere tutte le funzioni mentre un letto del reparto di Rianimazione è occupato inutilmente. Ecco perché medici e parenti sono in attesa di una risposta, e di una soluzione, nelle prossime ore.

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