La Nuova Sardegna

Sassari

Ambulatorio sovraffollato e i pazienti restano in piedi

di Pietro Simula
Ambulatorio sovraffollato e i pazienti restano in piedi

Ossi, disagi degli anziani che si rivolgono alla struttura per i prelievi di sangue Chiesto un intervento del sindaco per trovare una soluzione ai problemi

17 novembre 2015
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OSSI. Di notte e nei festivi l’ambulatorio ospita la guardia medica; di giorno, due volte la settimana, è aperto per altri servizi sanitari, ad esempio quello dei prelievi per i pazienti in terapia anticoagulante; ha ospitato anche il Centro d’Igiene mentale, da qualche tempo trasferito ad altra sede. La struttura risale ai primi anni settanta e non è delle più moderne e funzionali. Di proprietà comunale la sua disponibilità è affidata alla Asl, un binomio (Comune ed Asl) che non sempre si incontra, la cui condizione crea spesso difficoltà nell’individuare l’interlocutore giusto quando si manifestano i problemi.

Le erbacce che la circondano non sono un buon biglietto da visita dal punto di vista igienico; ogni tanto il Comune provvede, ma pare che ad occuparsene dovrebbe essere la Asl. Ultimamente (e già da svariato tempo) a lamentarsi sono soprattutto i pazienti in terapia anticoagulante, quasi tutti anziani e con acciacchi di varia natura, che si presentano per il periodico prelievo del sangue, necessario per stabilire la dose del farmaco da assumere. A prestare il delicato servizio attualmente è una sola infermiera: il mercoledì, spiega uno dei tanti pazienti, per le prenotazioni; il venerdì per i prelievi. Il giorno dei prelievi in ambulatorio arriva alle nove, dopo averne effettuato qualcuno a domicilio (ma non tutti, perché bisogna correre in ambulatorio). Venerdì scorso sarebbero stati presenti almeno trenta pazienti tra richiedenti una prenotazione e quelli già prenotati per il prelievo. Ma siccome l’atrio che funge da sala d’attesa dispone solo di nove posti a sedere e di qualche altro in piedi, gli altri che arrivano hanno due chance: aspettare seduti sui gradini dell’ingresso oppure fuori in istrada, naturalmente se il tempo lo permette, o in macchina se sono accompagnati da un parente. Per il sindaco Giovanni Serra, che ha tenuto per sé, tra le altre, la delega alla Sanità e quella del rapporto con gli enti istituzionali è un altro fra i tanti problemi che ogni giorno gli vengono prospettati dai cittadini che si presentano al suo ufficio per le loro rimostranze.

Le condizioni in cui viene offerto questo servizio sono del tutto inadeguate, gli dicono gli interessati. L’infermiera cerca di fare del suo meglio per attenuare i disagi, ammettono, ma da sola non può fare miracoli. E giù l’elenco delle richieste: servirebbe un’altra infermiera, come era un tempo, in modo che il servizio possa essere erogato in maniera soddisfacente anche ai pazienti che, essendo allettati o comunque impediti, non possono recarsi in ambulatorio; servirebbe anche qualche posto a sedere in più, magari ricavando una sala d’attesa da una delle altre stanze di cui il locale dispone, ma che non si capisce perché non venga messa a disposizione. C’è forse un problema di convivenza con il servizio di guardia medica? Ma se si tratta di un problema di organizzazione, è l’osservazione, magari una soluzione la si trova.

Al sindaco gli anziani chiedono anche se non sia possibile avere un servizio di bus navetta, utilizzando lo scuolabus: molti di loro arrivano, infatti, a piedi dalle zone di periferia, non avendo un parente che a quell’ora possa accompagnarli e riaccompagnarli. Adesso, con l’arrivo della brutta stagione, infine, è probabile che si ponga anche il problema del riscaldamento: una lamentela già avanzata in passato, ma che non sarebbe di competenza del Comune , bensì della Asl.

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