La Nuova Sardegna

Sassari

In un libro gli enigmi del Maestro di Ozieri

Venerdì all’ex asilo di fontana Grixoni una conferenza sul misterioso artista sardo del Cinquecento

14 ottobre 2015
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OZIERI. Riparte con una conferenza sul Maestro di Ozieri di Maria Vittoria Spissu il ciclo di seminari del progetto “La Speranza nei/dei/con i giovani”, promosso dalla omonima fondazione per valorizzare le ricerche dei giovani studiosi di Ozieri e del territorio. La conferenza è in programma venerdì prossimo alle 18 nella sala convegni dell’ex asilo infantile di fontana Grixoni e verterà sulla presentazione di un libro dal titolo “Il Maestro di Ozieri. Le inquietudini nordiche di un pittore nella Sardegna del Cinquecento”. Si tratta della rielaborazione della tesi di dottorato discussa dalla dottoressa Spissu all’Università di Bologna e premiata con il giudizio di eccellenza: un lavoro ricco di spunti che rivisita i precedenti lavori di critica sulla figura del grande pittore cinquecentesco. Un saggio ricco di approfondimenti tematici, corredato da ampie schede e da un apparato vastissimo di illustrazioni.

«Il Maestro di Ozieri - spiega la Maria Vittoria Spissu - è uno dei pittori più affascinanti del Cinquecento in Sardegna, autore di pregevoli retabli, di cui ricordiamo quello dedicato alla Madonna di Loreto conservato nel museo di arte sacra di Ozieri e quello dedicato a Sant’Elena dipinto per la chiesa parrocchiale di Benetutti. Dell’autore sono note anche diverse altre tavole sparse tra il Mus’A di Sassari, la Staatsgalerie di Stoccarda, la chiesa di San Giorgio a Cànnero e la Pinacoteca di Ploaghe. Il pittore risulta particolarmente enigmatico, in quanto al corrente di fenomeni artistici non immediatamente rintracciabili in Sardegna - aggiunge Spissu - e pertanto si tratta di un artefice particolarmente sensibile e aggiornato, che risente delle invenzioni di Raffaello e Michelangelo, come anche dello stile di diversi pittori nordici, tedeschi e fiamminghi».

Il libro si occupa in particolare del contesto storico e della situazione politica e sociale in cui il pittore dovette essere attivo, vale a dire tra gli anni Quaranta e Cinquanta del Cinquecento sardo, dove trovano sbocco e mercato diversi altri pittori forestieri (di formazione catalana e valenciana) che in Sardegna sono stati di passaggio o hanno installato la loro bottega trapiantando idee, formati e stili dei paesi d’origine.

Il volume ricostruisce con accuratezza scientifica lo sfondo di relazioni mediterranee e, pure senza voler a tutti i costi dare un nome al misterioso pittore (in assenza di inequivocabili documenti), tiene comunque in considerazione tutti gli studi e gli scritti, così come le identificazioni, finora apparsi nella letteratura critica. (b.m.)

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