La Nuova Sardegna

Sassari

Fiume Santo: «Eph riferisca in Senato»

di Gianni Bazzoni
Fiume Santo: «Eph riferisca in Senato»

Interrogazioni del Pd su cantieri bloccati, bonifiche e sicurezza. Denunciato il rischio di un disastro se non si agisce subito

11 ottobre 2015
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SASSARI. Il dubbio che il regno dei tedeschi di E.On non sia per niente teriminato e che - dietro la facciata dei nuovi proprietari della centrale, i cechi di Eph - ci sia in qualche modo ancora la multinazionale. E poi il pericolo, sempre più evidente, che a Fiume Santo si corra il rischio di un disastro ambientale e industriale sul quale, purtroppo, è calato uno strano silenzio.

Sono questi i temi di due interrogazioni urgenti che il senatore Silvio Lai ha presentato insieme con i capigruppo del Partito democratico in commissione Ambiente Massimo Caleo e in quella dell’Industria Salvatore Tomaselli.

Le bonifiche. L’argomento centrale è quello delle bonifiche. Sono state ordinate dal 2012 dal ministero dell’Ambiente . Il cantiere è stato aperto e poi bloccato, specie dopo le ultime “incursioni” dei carabinieri del Nas di Sassari che hanno rilevato una situazione preoccupante. La cosa strana, però, è che i nuovi proprietari non hanno neppure richiesto il dissequestro del cantiere.

«Quali sono i motivi per i quali i cantieri dove sono previste le bonifiche dei gruppi 1 e 2, probabilmente origine della marea nera che aveva colpito il golfo dell’Asinara, sono bloccati da un anno dopo essere stati aperti nel novembre del 2014 – sostiene Silvio Lai – e corrisponde al vero che l’azienda proprietaria di Fiume Santo non ha volutamente richiesto il dissequestro del cantiere?».

I controlli. Le interrogazioni rivolte ai ministri dell’Ambiente e dello Sviluppo economico, mirano anche ad accertare «quali controlli stanno svolgendo per le bonifiche, sicurezza sul lavoro e nei cantieri aperti e inattivi (e che hanno registrato ripetuti incidenti, alcuni noti e altri no)? E quali sono le condizioni attuali dei gruppi 1 e 2, considerato che erano in forte degrado un anno fa? ».

Cantieri fermi. A un anno dall’avvio dei lavori di smantellamento - che erano stati prorogati di tre anni grazie all’impegno della costruzione di un nuovo gruppo in sostituzione di quelli inquinanti 1 e 2 e di quelli 3 e 4 attualmente in funzione che concluderanno il loro ciclo vitale entro il 2025 -, secondo Silvio Lai, «i cantieri sono inspiegabilmente fermi e lo stato di degrado degli impianti peggiora. Ci sono pannelli in bilico, aumenta il rischio di incidenti sul lavoro, così come peggiora il grado di inquinamento aereo e sotterraneo».

Investimenti. Il j’accuse prosegue sul fronte di investimenti e del trattamento riservato alle aziende dell’indotto. «Al ministero del Lavoro e dello Sviluppo economico – ha detto ancora Silvio Lai – chiediamo dove siano gli investimenti sui quali si era entusiasmato l’allora vice ministro De Vincenti con l’amministratore delegato di E.On Italia che aveva promesso 120 milioni di euro tra interventi di bonifica e miglioramento della qualità del funzionamento dei gruppi 3 e 4: accadeva appena 18 mesi fa». Nelle interrogazioni, i senatori del Pd chiedono anche di accertare se le imprese locali siano messe nelle condizioni di operare con serenità «o se invece vengano sottoposte a pressioni anomale per modificare i contratti a discapito della sicurezza e del lavoro».

Le coperture. Infine, il capitolo della proprietà della centrale.

«Forse vanno approfondite anche quelle notizie – ha concluso Silvio Lai – che giungono dal fronte europeo e che rappresentano la vendita di parte degli asset E.On come una mera operazione finanziaria di copertura della proprietà precedente».

La Regione. Di questo, secondo i senatori del Pd, Regione e Governo dovrebbero occuparsi immediatamente: « Per evitare che la storia di un asset industriale fondamentale per il territorio ci veda solo come pedine inconsapevoli. In ogni caso, sono di primaria importanza la sicurezza ambientale e il disinquinamento del territorio. Chiediamo che Eph venga convocata in Senato per rispondere a domande che sono, ora più che mai, fondamentali».

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