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Sassari, quattromila firme sul web per salvare chirurgia pediatrica

Sassari, quattromila firme sul web per salvare chirurgia pediatrica

Sardegna Amaci ha promosso una raccolta contro la chiusura del reparto, in due settimane valanga di adesioni: «Pronti anche alla battaglia legale»

07 ottobre 2015
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SASSARI. Quattromila firme del popolo della rete per dire no alla chiusura della clinica di chirurgia pediatrica. In meno di due settimane sono state una valanga le adesioni alla petizione promossa da Sardegna Amaci (Associazione malattie chirurgiche infantili) che raggruppa le famiglie dei piccoli pazienti che proprio nel reparto sassarese hanno ricevuto cure indispensabili per la loro sopravvivenza.

LA RACCOLTA DI FIRME

La raccolta di firme “salviamolachirurgiapediatrica@gmail.com” è partita dopo l’annunciata soppressione della chirurgia infantile contenuta nella bozza di riorganizzazione della rete ospedaliera sarda, varata con delibera della giunta regionale il 27 luglio scorso. Una chiusura, a vantaggio dell’Ospedale Mater Olbia, sulla quale si sono subito levate le proteste e confermata come irrevocabile dall’assessore regionale alla Sanità, Luigi Arru, nel corso dell’incontro avuto la scorsa settimana con i vertici e gli operatori sanitari cittadini. Una decisione contro la quale, però, ogni ora, anzi ogni minuto, cresce la mobilitazione. La petizione sta girando nel web e in poco tempo ha già raggiunto un risultato più che considerevole.

Dopo la battaglia per la breast unit, il centro di cura per il tumore al seno, da Sassari parte quindi un’altra battaglia a colpi di sottoscrizioni per non vedere privata la città di un servizio faticosamente avviato nel 1991 e che dal 2008 è diventato, come è previsto dal piano sanitario regionale, una unità operativa complessa dell’Aou. Non si può tornare indietro, perciò, e quindi l’appello è che la Regione riveda una scelta che penalizza i piccoli pazienti. La cui garanzia di vita, come hanno ribadito medici e neonatologi intervenuti sul tema, è anche nella mani del chirurgo pediatrico. Proprio la sua presenza negli ospedali ha consentito una riduzione della mortalità infantile, che adesso in Italia è la più bassa in Europa.

E dopo una conquista del genere, ora si vuole abbattere quello che è stato costruito? Sardegna Amaci non ci sta ed è anche pronta alla battaglia giudiziaria .

«Ogni anno centinaia di bambini, provenienti da tutte le province sarde, vengono operati in questo reparto per patologie malformative congenite o acquisite – è detto nella petizione –. Inoltre il reparto di chirurgia pediatrica collabora con i reparti di neonatologia e ginecologia per le diagnosi ed il trattamento chirurgico di neonati con gravi malformazioni congenite che necessitano di un intervento correttivo urgente anche poche ore dopo la nascita. Tutto ciò ha limitato i cosiddetti "viaggi della speranza" dei piccoli pazienti e delle loro famiglie in altre regioni».

Sardegna Amaci rileva poi che la nuova organizzazione degli ospedali «prevede anche la soppressione del servizio di cardiologia pediatrica e del day hospital onco ematologico di pediatria». Un attacco all’assistenza pediatrica che non può essere accettato. Perciò Sardegna Amaci chiede «a nome di tutti genitori i cui figli hanno potuto usufruire di questa fondamentale assistenza, e a nome di tutti i bambini che ne potrebbero avere necessità in futuro che queste strutture e servizi vengano mantenuti».

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