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Sassari, i thalassemici: «Arru dica dove dovremo curarci»

Sassari, i thalassemici: «Arru dica dove dovremo curarci»

L’associazione presieduta da Francesco Secondi all’assessore regionale: «Nel piano sanitario non ci sono alternative e si prospettano gravi disagi»

03 ottobre 2015
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SASSARI. «La Regione vuole chiudere i centri di assistenza per i thalassemici nel Nord Sardegna? E allora ci dicano dove andremo a curarci, perché finora non abbiamo visto proporre nessuna alternativa per evitare disagi ai pazienti e alle famiglie». Anche Francesco Secondi, presidente dell’Associazione thalassemici sardi lancia un appello all’assessore regionale alla Sanità perché si faccia chiarezza definitiva sulla bozza di riorganizzazione della rete ospedaliera che per il Nord Ovest dell’isola si sta rivelando una somma di tagli lineari «piuttosto che una ristrutturazione e riqualificazione dei servizi».

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Le preoccupazioni del presidente Secondi sono rivolte all’annunciato azzeramento dei 15 posti letto che erano destinati alla oncoematologia pediatrica e alla chiusura del centro trasfusionale dell’ospedale di Alghero. L’azzeramento dei posti letto difatto farebbe sparire il day hospital che ormai da parecchi decenni ha in cura la maggioranza dei pazienti thalassemici dell’area Nord Ovest. «Se davvero si realizzassero questi due provvedimenti – afferma il presidente dell’Associazione thalassemici sardi – l’80 per cento dei pazienti oggi in cura non avrebbero un proprio centro assistenziale. Bisogna ricordare, infatti, che la gran parte del lavoro svolto nel day hospital e nella clinica è priprio rivolto all’ssistenza dei thalassemici rispetto alla cura di altre oncoematolgia pediatriche».

Da anni le associazioni che tutelano bambini e adulti affetti da una malattia che in Sardegna ha un’alta incidenza (1200 attualmente le persone colpite), chiedono l’istituzione di un centro unico « in modo che pazienti sia adulti che e in età pediatrica possano contare su una serie di figure specialistiche (endocrinologo, cardiologo, epatologo, diabetologo) che sono indispensabili – afferma Francesco Secondi –. Non chiediamo che questi specialisti siano strutturati ma che il centro da noi richiesto faccia da collegamento. Così si otterrebbe un ulteriore miglioramento della cura della malattia e magari anche con costi ridotti rispetto agli attuali. Quindi, quale è la logica per cui ora ci vogliono privare di un’assistenza di livello? Sarebbe un ritorno a trent’anni fa e una perdita di conquiste ottenute faticosamente».

Lo scorso mese, l’associazione ha chiesto e eottenuto un incontro con il presidente del consigliro regionale Gianfranco Ganau al quale ha rappresentato i dubbi sulla bontà del piano sanitario. «L’assessore Arru deve spiegare ai thalassemici cosa li attende per il futuro: loro insieme con le famiglie hanno diritto a saperlo». (p.f.)

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