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Cambiato l’appaltatore i lavoratori Sacoop restano fuori

Cambiato l’appaltatore i lavoratori Sacoop restano fuori

PORTO TORRES. Sei lavoratori della ditta Sacoop che lavoravano fino a ieri all’interno dell’area industriale, nel magazzino Matrìca, da questa mattina potrebbero bloccare i cancelli di ingresso della...

01 ottobre 2015
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PORTO TORRES. Sei lavoratori della ditta Sacoop che lavoravano fino a ieri all’interno dell’area industriale, nel magazzino Matrìca, da questa mattina potrebbero bloccare i cancelli di ingresso della portineria mare se non verranno reintegrati al lavoro dalla nuova azienda cagliaritana che ha vinto l’appalto.

«Non é accettabile che ogni qualvolta c'è un cambio di appalto i lavoratori sono costretti a porre in atto gesti estremi per tutelare il proprio lavoro e le proprie famiglie – lamenta il segretario regionale Filt Cgil Arnaldo Boeddu -, e non é altresì pensabile che le imprese subentranti facciano un ribasso talmente alto da poter assumere al massimo il 50 per cento della forza lavoro: questi atteggiamenti devono obbligatoriamente far riflettere non solo le stazioni appaltanti, ossia aziende che redigono il bando di gara, ma le imprese che partecipano agli appalti e le istituzioni». In questa vertenza c'è comunque più di un aspetto che non convince il segretario della Cgil: «Ad oggi l'impresa che dovrebbe subentrare non ha ancora alcuna ufficialità all'ingresso, e nell'incontro svoltosi l’altro ieri in Confindustria la ditta a cui la stazione appaltante dovrebbe assegnare il lavoro ha manifestato la volontà di assumere al massimo il 50 cento della forza lavoro».

Cosa ancora più grave è che tale ditta pare voglia utilizzare personale che mai ha lavorato in questo tipo di appalto, lasciando senza lavoro chi operava da tanti anni nel petrolchimico e nei magazzini Matrìca fin dalla loro nascita. Alla stessa organizzazione sindacale, inoltre, non è stata data l’opportunità di definire il passaggio dei lavoratori, sebbene la norma sugli appalti preveda che almeno 15 giorni prima l’impresa cessante e quella subentrante si debbano incontrare con i sindacati per evitare qualsiasi problema sotto l’aspetto occupazionale.

Quello che fa protestare il leader della Cgil Trasporti, é che per evitare questa babele si sottoscrisse un verbale di accordo di livello istituzionale, il famoso "addendum", nel quale sono state concordate da tutti clausole di salvaguardia per il territorio. «Ebbene – conclude Arnaldo Boeddu -, ancora una volta di queste iniziative e di questi accordi rimangono solo parole spese al vento e carta da cestinare». (g.m.)

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