La Nuova Sardegna

Sassari

Corsa contro il tempo per la Breast Unit

di Vannalisa Manca
Corsa contro il tempo per la Breast Unit

L’Aou tratta ogni anno 260-300 nuove pazienti: il centro multidisciplinare in funzione entro l’anno o potrà aprire a Olbia

18 settembre 2015
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SASSARI. Un provvedimento del Parlamento europeo del 2006, prevede che entro gennaio 2016 (termine ultimo dietro l’angolo, quindi) le donne con tumore della mammella vengano trattate nel contesto delle Breast Unit. Si tratta di strutture sanitarie altamente specializzate che hanno un importante obiettivo: quello di garantire a tutte le donne affette da tumore del seno di qualsiasi natura e grado, l’accesso alle cure più efficaci che siano rispettose delle linee guida internazionali, garantendo una offerta sanitaria elevata che riduca sprechi e ottimizzi le risorse, a favore di una migliore qualità di vita e sopravvivenza.

Nelle Breast Unit le donne hanno un preciso punto di riferimento nella prevenzione e nel trattamento della malattia in tutte le diverse fasi, attraverso percorsi diagnostici-terapeutici standardizzati in cui lavorano in assetto multidisciplinare chirurghi senologi e generali, chirurghi plastici, oncologi, anatomo-patologi, radiologi, radioterapisti, medici nucleari, ginecologi, medici della riabilitazione, infermieri, psicologi e psicoterapeuti.

Queste Unità di prossima costituzione dovranno avere dei precisi requisiti quantitativi e rispondere a precise esigenze di qualità delle prestazioni. L’Azienda ospedaliero-universitaria di Sassari tratta almeno 260 nuovi casi l’anno, ma si sono spesso superate le 300 pazienti. L’Aou ha quindi tutti i requisiti per organizzare una Breast Unit: requisiti riconosciuti anche dalla delibera regionale 38/12 dello scorso 27 luglio. La normativa europea e nazionale prevede infatti, che questi centri possano essere certificati nel momento in cui trattano almeno 150 nuovi casi l’anno, con chirurghi dedicati, radiologi, anatomo-patologi (questi ultimi fanno anche la valutazione dei parametri biologici e del gene HR2, l’indicatore che consente di conoscere quale terapia può essere applicata). Oltre alle altre numerose figure professionali previste nel trattamento del tumore al seno. Professionalità che l’Aou ha in casa e con esperienza maturata negli anni. Si tratta quindi di organizzare una struttura dedicata - praticamente a costo zero -, semplicemente razionalizzando e ottimizzando l’esistente.

Non sembrano però queste le basi su cui si muove la Regione nell’ambito della riorganizzazione della rete ospedaliera ed è molto probabile che dal 2016 le donne colpite da tumore alla mammella siano costrette a viaggiare verso l’Oncologico di Cagliari, dove già opera la Breast Unit. In realtà, nonostante l’Aou abbia i requisiti riconosciuti anche dalla delibera regionale, la stessa Regione un anno fa (26 giugno 2014) aveva inserito nella delibera 24/1 la possibile programmazione della costituzione di una Breast Unit nel nascente Mater Olbia. I medici dell’Aou non si spiegano con quali criteri («Olbia tratta una cinquantina di casi-anno») e non se lo spiega neppure il consigliere comunale di Sassari bella dentro, Alessandro Boiano, che ha presentato un ordine del giorno sulla questione: «Si chiede al sindaco un intervento verso Asl, Aou, Regione, perchè si creino le condizioni favorevoli per la nascita della Breast Unit a Sassari. È dimostrato che il tumore trattato in unità multidisciplinari riduce la mortalità fino al 20 per cento ed evita pellegrinaggi della salute, causa di costi sociali e familiari. Sassari - dice Boiano - ha i requisiti perché queste donne ottengano tutta l’attenzione del caso: dalla diagnosi precoce, alla cura e ricostruzione, fino alla risoluzione del cancro al seno».

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