La Nuova Sardegna

Sassari

Sgb, la protesta approderà in Regione

Sgb, la protesta approderà in Regione

I dipendenti senza stipendio vogliono incontrare i capigruppo dei partiti dai quali non hanno risposte

04 settembre 2015
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PLOAGHE. Prosegue nel cortile della San Giovanni Battista di Ploaghe il presidio dei lavoratori che sono tornati, gioco forza, a protestare e a manifestare il loro disagio per il mancato accreditamento delle ultime tre mensilità. Oltre alla rabbia, giustificata da anni di continue e spesso lunghe interruzioni nella normale liquidazione dei loro stipendi, monta fra gli oltre 200 dipendenti la preoccupazione e persino la rassegnazione visti i tempi e le sempre più intricate procedure che si stanno da anni accavallando nell’auspicato progetto di trasformazione giuridica dell’azienda da Ipab in Asp, in “Azienda di servizi alla persona” che sembrerebbe l’unica àncora di salvezza per poter assicurare un futuro all’importante struttura sanitaria ploaghese. «Quanto sia complessa questa procedura lo dimostra in effetti il fallimento dei tanti commissari straordinari che si sono succeduti negli ultimi anni con questo specifico compito - si lamentano i lavoratori - ma ora siamo stanchi di finanziare con il nostro lavoro e con i nostri stipendi i debiti dalla Fondazione”. Mercoledì mattina sempre nel cortile della Fondazione si è tenuta l’assemblea generale dei lavoratori indetta dalle segreterie aziendali di Cgil, Cisl e Uil per confrontarsi sul da farsi. Un’assemblea molto partecipata nel corso della quale i lavoratori hanno lanciato un sorta di ultimatum stabilendo che se entro il 10 agosto non saranno presi i dovuti provvedimenti per saldare le loro spettanze provvederanno ad intraprendere le vie legali davanti al giudice del lavoro. Questa è una delle azioni forti che sono state pianificate ma altre e più clamorose ne verranno in seguito. Le tre organizzazioni sindacali hanno nel frattempo chiesto un incontro urgente con i capigruppo in Consiglio regionale. “Richiesta già fatta circa due mesi fa - precisano i rappresentanti sindacali - ma ancora non abbiamo ricevuto nessuna risposta. Non vogliamo delegare più nessuno insomma ma vogliamo sapere in prima persona come si esprimerà la politica e quali sono le posizioni dei capigruppo di ogni schieramento politico in Regione. Ovviamente il giorno in cui ci sarà l’incontro organizzeremo tutti i lavoratori per un sit-in davanti agli uffici regionali”. In effetti l’avvicendamento in Consiglio regionale dei quattro consiglieri estromessi dal Tar potrebbe aver cambiato la geografia dell’assemblea per cui i lavoratori vogliono rendersi conto di quale sia realmente la volontà politica nei confronti di questa vertenza. «Se non dovessimo essere ricevuti faremo comunque una protesta a Cagliari - spiegano - e ormai non ci fermeremo sino a quando non avremo le nostre spettanze e il percorso non verrà portato a termine. Un percorso durato ormai otto anni e che ora viene messo in dubbio da una presunta cattiva interpretazione di una norma. Dobbiamo pensare quindi che sono stati buttati al vento otto anni? - si domandano i lavoratori - e che tutti quelli che sono venuti qua a risanare non lo hanno fatto anzi hanno creato ulteriori debiti? E dov’è finita la piattaforma annunciata anni fa, che fine hanno fatto i piani e le bozze elaborati dai commissari, progetti peraltro validi e spesso innovativi, che si sono succeduti in questi anni? Tutti hanno sempre sostenuto che ci sarebbe stato da lavorare ma che si deve lavorare comunque a pancia piena. E cioè con lo stipendio assicurato comunque ai lavoratori che, non lo dimentichiamo continuano a lavorare perché il lavoro non manca e non è mai mancato e ad erogare 400 prestazioni giornaliere”. Un altro fronte su cui dovrà puntare con urgenza l’azienda è il recupero dei crediti accumulati che consentirebbero almeno di garantire gli stipendi ai lavoratori che invece continuano ad essere considerati l’anello debole dell’azienda.

Mauro Tedde

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