La Nuova Sardegna

Sassari

Pili a Pattada incontra i coltellinai dopo la polemica Rai

Pili a Pattada incontra i coltellinai dopo la polemica Rai

PATTADA. Il parlamentare di Unidos Mauro Pili, che nei giorni scorsi ha denunciato il comportamento della Rai in relazione all’uso del tradizionale coltello sardo, ha venerdì pomeriggio voluto...

23 agosto 2015
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PATTADA. Il parlamentare di Unidos Mauro Pili, che nei giorni scorsi ha denunciato il comportamento della Rai in relazione all’uso del tradizionale coltello sardo, ha venerdì pomeriggio voluto incontrare, a Pattada, i coltellinai pattadesi. «Le donne usano i coltelli sardi per uccidere?» è la battuta fatta da un giornalista della Rai ad un artigiano sardo, durante la trasmissione “Fuori binario” della terza rete.

L’ironia non è stata apprezzata dai sardi, e ancor meno a Pattada, paese conosciuto per il coltello. Nella sala comunale, assieme al sindaco Angelo Sini e all’amministrazione, Mauro Pili ha parlato a lungo con gli artigiani locali. “Il servizio trasmesso dalla Rai tendeva a dipingerci come un popolo troglodita. “Sa resolza” è parte dell’identità del popolo sardo, ed è legata ad innumerevoli attività del mondo agropastorale, e non ai delitti. La Rai non ha fatto passare questo messaggio e deve risarcire i sardi, chiedendo scusa alla loro identità e alla loro tradizione. Invito la presidente della Rai, Monica Maggioni, a vedere dal vivo il gioiello del coltello, per sapere, prima di tutti gli altri giornalisti, di che oggetto si è parlato». Dalla discussione è nato un beneficio: «Bisogna far capire che questo bene è un bene identitario che va tutelato e valorizzato - prosegue Pili -. Qui a Pattada, ma non solo, si producono gioielli unici al mondo. Urge quindi la creazione di un marchio dei coltelli, e il suo percorso di realizzazione deve partire dagli artigiani stessi. Sono a disposizione - conclude Pili - per aiutare il coltello a trovare la formula giusta per far sì che si crei un patrimonio variegato ma unitario. Anche il sindaco di Pattada Angelo Sini denuncia a gran voce l’offesa subìta: «Ciò che è stato trasmesso non rispecchia la realtà». E riguardo la creazione di un marchio ha detto: «L’amministrazione può studiare un percorso per creare un marchio che tuteli la nostra identità». Il deputato Pili ha colto l’occasione per visitare il Museo del coltello e del ferro battuto, aperto fino al 30 agosto, diverse botteghe artigiane e il museo privato “Culter”. (e.c.)

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