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Sassari

118 Sassari, tre medici in reperibilità rifiutano la chiamata: denunciati dal Nas

di Gianni Bazzoni
Il trasporto di un paziente affetto da Tbc in un'immagine d'archivio
Il trasporto di un paziente affetto da Tbc in un'immagine d'archivio

Non avrebbero accolto l’ordine di trasportare un paziente affetto da Tbc infettiva. Si ipotizza l’omissione d’atti d’ufficio, inchiesta della Procura

23 agosto 2015
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SASSARI. Tre medici in servizio di reperibilità del 118 sono stati segnalati alla procura della Repubblica di Sassari dai carabinieri del Nas. Il reato ipotizzato è omissione di atti d’ufficio. Stando alla contestazione, non avrebbero dato seguito alla chiamata per il trasporto di un malato di Tbc infettiva. Sulla vicenda è stata aperta una inchiesta che è stata affidata al sostituto procuratore della Repubblica Mario Leo.

Pochi gli elementi a disposizione. La notizia è trapelata nella serata di ieri, sabato 22, ma l’episodio sarebbe accaduto un paio di giorni fa a Sassari. Sarebbe stata la centrale operativa del 118 - che ha giurisdizione su tutto il territorio di Sassari, Nuoro e Olbia - a ricevere la chiamata per il trasporto del paziente affetto da Tbc infettiva e, quindi, sarebbero state attivate le procedure per dare corso alla delicata operazione che, tra l’altro, richiede l’adozione di un protocollo specifico.

Trattandosi di una situazione così particolare, sarebbe stata assunta la decisione di ricorrere ai medici in servizio di reperibilità. Ma sulla scelta sarebbero maturate perplessità e divergenze sull’interpretazione del regolamento: i medici interessati, infatti, avrebbero sostenuto la tesi che essendo proprio nella posizione di reperibilità non dovevano essere impiegati in quel momento per il trasporto del paziente affetto da Tbc infettiva. Secondo i sanitari, infatti, quel tipo di servizio avrebbe dovuto essere affrontato seguendo altre nodalità operative.

La questione è stata trasferita per i dovuti accertamenti ai carabinieri del Nas di Sassari che hanno valutato la documentazione a disposizione ed esaminato i dettagli di una vicenda che, comunque, rimane complessa e con diversi aspetti da chiarire.

Nella giornata di giovedì, in ogni caso, i carabinieri della salute hanno depositato il rapporto all’attenzione del sostituto procuratore Mario Leo che ha aperto l’inchiesta.

I militari del Nas hanno ipotizzato che nella risposta negativa, da parte dei tre medici, alla chiamata in servizio - in presenza di quella che è stata classificata come una emergenza - possa essere ravvisato il reato di omissione di atti d’ufficio.

I medici interessati forniranno le loro giustificazioni e nei prossimi giorni si dovrebbero conoscere i primi sviluppi dell’inchiesta. La parte più delicata delle indagini riguarderà, quasi sicuramente, l’analisi del regolamento di pronta reperibilità dei medici per capire se davvero i tre sanitari segnalati alla Procura con il loro comportamento abbiano commesso una mancanza con risvolti di carattere penale.

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