La Nuova Sardegna

Sassari

SANTA MARIA COGHINAS

Terme, ora Masia s’incatena al sifone

Terme, ora Masia s’incatena al sifone

SANTA MARIA COGHINAS. La provincia non c’è più, ma l’indomabile ex consigliere provinciale Antonio Masia continua imperterrito la sua battaglia a favore della liberalizzazione delle acque termali di...

06 agosto 2015
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SANTA MARIA COGHINAS. La provincia non c’è più, ma l’indomabile ex consigliere provinciale Antonio Masia continua imperterrito la sua battaglia a favore della liberalizzazione delle acque termali di Casteldoria. Così, armato di catene e sotto il sole cocente, non ci ha pensato un attimo martedì pomeriggio a legarsi a uno dei sifoni dove sgorga (insieme a caldi vapori l’acqua termale bollente di Casteldoria), tra gli increduli turisti sia di passaggio sia ospiti delle struttura termale che fanno il bagno nel fiume Coghinas. Insomma, Masia questa volta è deciso proprio a tutto, e venderà cara la pelle per rivendicare quello che per lui è il diritto del suo territorio di vedere finalmente la liberalizzazione della preziosa risorsa mineraria, che viene gestita in monopolio dal concessionario dello stabilimento termale di Casteldoria. «Rimarrò giorno e notte incatenato al sifone dell’acqua bollente senza mangia e senza dormire – dice l’ex consigliere provinciale Masia che già a suo tempo si era ustionato con il medesimo gesto eclatante - fino a domenica . Giorno in cui si svolgerà la manifestazione (inizio alle 21) indetta dal comitato promotore della salvaguardia del territorio e per la liberalizzazione dell’acqua termale di Casteldoria. «Non possiamo rivendicare la paternità di essere un comune termale – conclude Masia che parla legato al sifone dell’acqua calda – se noi cittadini non possiamo beneficiare dell’acqua termale».

Giulio Favini

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