La Nuova Sardegna

Sassari

Rame rubato, sgominata una banda di ricettatori

di Nadia Cossu
Rame rubato, sgominata una banda di ricettatori

In carcere un bosniaco, obbligo di dimora e di firma per due trentenni di Sorso I carabinieri hanno recuperato 35 quintali di materiale e attrezzature varie

05 agosto 2015
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SASSARI. Tra i circa trentacinque quintali di rame ritrovati dai carabinieri, una buona parte proveniva dai cantieri della Sassari-Olbia. Materiale che la Sirti stava portando via durante i lavori di rifacimento dell’arteria stradale.

I carabinieri del nucleo operativo della compagnia di Bonorva e delle stazioni di Siligo e Thiesi, al comando del tenente Francesco Giola, hanno eseguito all’alba di ieri tre misure cautelari nei confronti di Dragan Hadzovic, 40 anni, bosniaco ma residente a Sorso, di Fabiana Marchesi e Giovanni Urgias, di 31 e 32 anni, entrambi di Sorso. Sono tutti accusati di ricettazione. Solo per Hadzovic è stato disposto il trasferimento nel carcere di Bancali, obbligo di dimora invece per Marchesi e di firma per Urgias.

Come ha spiegato ieri mattina il tenente Giola (che comanda la compagnia di Bonorva) durante una conferenza stampa al comando provinciale dei carabinieri «l’indagine, coordinata dal sostituto procuratore Carlo Scalas, è partita dopo il ritrovamento, lo scorso gennaio, di un camion nelle campagne di Semestene. Il mezzo, della Sirti, è risultato rubato a Tossilo e all’interno era pieno di rame. Era dotato di Gps quindi abbiamo seguito il percorso che aveva fatto e siamo risaliti ai tre individui». Con gli accertamenti sul Gps, i carabinieri hanno notato che il camion aveva sostato per due ore nelle campagne di Bonnanaro. Si sono insospettiti e hanno raggiunto quella zona e in particolare un casolare in uso a uno degli indagati. Dopo una serie di perquisizioni hanno ritrovato una grossa quantità di materiali, stipati per essere successivamente rivenduti nel mercato nero. Nel piccolo casolare c’erano gruppi elettrogeni, attrezzature edili e agricole e 35 quintali di rame per un valore complessivo di circa 100mila euro. Le indagini sono andate avanti finché i militari della compagnia di Bonorva sono riusciti a risalire a quasi tutti i proprietari degli oggetti ritrovati, «attraverso una minuziosa analisi incrociata delle denunce di furto presentate – hanno spiegato – e delle testimonianze raccolte». I carabinieri hanno accertato che si trattava di furti seriali compiuti quasi certamente dal 2011 a oggi.

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