La Nuova Sardegna

Sassari

Disabili, niente tagli: «I soldi ci sono»

di Paoletta Farina
Disabili, niente tagli: «I soldi ci sono»

Affollata riunione sulla legge 162 con il Comitato e le associazioni che chiedono alla giunta Pigliaru un passo indietro

25 luglio 2015
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Non ci stanno le associazioni dei disabili e dicono no ai tagli alla legge 162 approvati dalla giunta Pigliaru. «Ventinovemila famiglie dal prossimo 1° ottobre si vedranno decurtati i piani personalizzati, mai la Regione aveva osato tanto. Chiediamo un passo indietro, non si possono colpire sempre i più deboli», è stato il grido lanciato ieri dall’hotel Grazia Deledda dove il Comitato famiglie per l’attuazione della legge 162 si è riunito ieri, secondo appuntamento di una mobilitazione cominciata con un analogo incontro a Cagliari la scorsa settimana. Platea affollata, tra i presenti anche Luca Parodi, il neo dottore con una grave disabilità che ha raggiunto nei giorni scorsi il traguardo della laurea proprio grazie a un piano personalizzato della 162. Esempio, se ce ne fosse bisogno di quello che la legge introdotta nel 1998 è stata capace di fare in termini di autonomia e indipendenza per i diversamente. Un modello quello sardo – è stato ribadito – che tutti ci invidiano. E che non può essere smantellato. Il risparmio da 4,7 milioni proposto dalla giunta nella contestata delibera del 30 giugno scorso con la quale gli stessi piani sono stati prorogati, non ha alcun fondamento. E se venisse attuato più di 2400 bambini e minori disabili gravi avranno il loro progetto tagliato. Mai successo prima d’ora.

«Non è giusto, lo abbiamo detto alle istituzioni, quando abbiamo incontrato i delegati dell’assessore e i capigruppo e in commissione sanità. Perchè la Regione sta compiendo un errore tecnico e politico – ha affermato Francesca Palmas, del Comitato –. Tecnico, anzi direi matematico, perché i soldi ci sono. A Cagliari hanno sbagliato i calcoli. Grazie ad economie degli anni precedenti già ci sono i fondi per finanziare la prosecuzione dei piani personalizzati in essere fino alla fine dell’anno. In secondo luogo si stima che da finanziare ci saranno oltre 8mila nuovi interventi. Sbagliato, perché i dati storici dicono che ogni anno l’aumento è del 6 per cento, ma complessivamente poi il numero si riduce a causa di rinunce dei singoli o, purtroppo, per il loro decesso».

L’errore politico, poi, è quello del brutto segnale che arriva colpendo un settore di persone svantaggiate. Ma c’è di più. La Regione vorrebbe una compartecipazione alle spese per i progetti di sostegno. E per le famiglie che non hanno la possibilità economica? Insomma, un pasticcio, secondo il Comitato che ha ribadito anche le difficoltà oggettive di erogazione delle somme alle famiglie, che spetta ai Comuni, Comuni che da mesi si devono giustificare per i ritardi con gli assistiti, in attesa degli accrediti che non arrivano.

Senza contare l’aspetto occupazionale. I lavoratori che prestano i servizi di assistenza dovranno anche loro subire tagli di conseguenza. Anche di questo si dovebbe tenere conto, è stato detto nella riunione di ieri. Rita Polo, anche lei del Comitato, ha sottolineato inoltre come tutta la vicenda sia l’ennesimo esempio della continua emergenza in cui i disabili si ritrovano. «A febbraio abbiamo sventato il taglio di 35 milioni al fondo per la non autosufficienza, ora una nuova battaglia».

Conclude Giovanna Tuffu, presidente dell’Angsa (Associaziogenitori soggetti autistici): «A Sassari siamo riusciti a conterere i tagli su mensa e trasporto scolastico, la Regione ci auguriamo faccia ora altrettanto».

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