La Nuova Sardegna

NULVI. Ormai è risaputo: a Nulvi accadono cose difficili da immaginare. Accade che una strada concepita 30 anni fa e finanziata da 20 ancora non riesce a vedere la luce. Accade che la strada per Ploaghe si interrompe bruscamente su un cavalcaferrovia fantasma e resta così per 20 anni. Accade anche che la strada di Santa Giusta viene chiusa al traffico per lavori e i lavori non iniziano.

È solo l’ultima delle tante beffe che questo paese ha dovuto subire in questi anni per quanto riguarda la viabilità. Il 16 aprile scorso, su ordinanza del presidente dell’Unione dei Comuni dell’Anglona, attuale titolare della strada di Santa Giusta, l’arteria viene chiusa al traffico per dare inizio agli attesi lavori di messa in sicurezza. I nulvesi (e non solo) esultano perché la strada è pericolosa, piena di insidie e di enormi buche, pur sapendo che dovranno utilizzare per 90 giorni (così recita il comunicato dell’Unione dei Comuni e il cartello del cantiere) la vecchia statale 127 che in un turbinio di curve e controcurve scala la collina di Osilo e la ridiscende.

Sanno che per immettersi sulla 131 dovranno passare per Ploaghe con un km di sterrato e con l’asfalto in condizioni disastrose. Ma si rassegnano e aspettano. Ma i lavori non iniziano. Passano 75 dei 90 giorni previsti per la consegna dei lavori e qualcosa finalmente (una solitaria ruspa) inizia a muoversi.

Ora però si scopre che quei 90 giorni erano in realtà 150 come stabilisce il contratto di appalto con l’impresa Angius, aggiudicataria dei lavori. La “scoperta” è stata fatta dai nuovi amministratori comunali insediatisi da qualche settimana. In effetti il comunicato parlava di 90 giorni “salvo proroghe” e nessuno si era illuso di vedere la strada trafficabile nell’arco di soli tre mesi. Dopotutto siamo a Nulvi. Non dimentichiamolo.

Mauro Tedde