La Nuova Sardegna

Sassari

Sassari, verbale falso: brigadiere assolto in appello

Un'aula di tribunale
Un'aula di tribunale

Il carabiniere Pino Urpis era imputato nell’ambito dell’inchiesta su falsi blitz antidroga in città

04 luglio 2015
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SASSARI. Nessun falso nella relazione di servizio presentata a marzo del 2008 all’allora pm Francesco Gigliotti dal brigadiere Pino Urpis. Relazione che faceva riferimento all’avvistamento di due noti pregiudicati vicino all’abitazione di Massimo Perandria (arrestato nel 2008 nell’ambito dei ribattezzati “falsi blitz antidroga”). Un verbale che secondo l’accusa (il pm Gianni Caria aveva convocato Urpis un anno dopo questi fatti mentre indagava su presunti falsi blitz da parte di alcuni carabinieri) aveva l’obiettivo di danneggiare proprio Perandria.

Il brigadiere è stato assolto in appello con formula ampia da un’accusa che il suo avvocato Enrico Cossu ha sempre definito infamante. Tutto ruota intorno a una vicenda particolarmente scottante che vede al momento un appuntato dei carabinieri – Francesco Silanos – imputato di spaccio, calunnia e peculato e condannato in primo grado a diciotto anni perché accusato di avere incastrato sette innocenti con falsi blitz antidroga. Il 23 gennaio 2008, nelle campagne di Sorso, i carabinieri recuperarono quattrocento grammi di eroina e arrestarono l’operaio Massimo Perandria. Una brillante operazione rivelatasi uno scandaloso bluff quando, nove mesi dopo, il pregiudicato Francesco Marongiu raccontò ai sostituti procuratori Maria Grazia Genoese e Gianni Caria di avere sotterrato lui il pacco con la sostanza stupefacente. Per fare un favore a Silanos. Marongiu sosteneva di aver fatto lo stesso sporco lavoro in altre due occasioni.

Nell’ambito di questa vicenda il brigadiere Urpis avrebbe avuto – secondo la Procura – la “colpa” di aver falsificato una relazione di servizio. In sintesi: sostenere che due pregiudicati giravano intorno a casa di Perandria equivaleva a rafforzare la colpevolezza di quest’ultimo. Che in realtà fu arrestato per un altro episodio. L’avvocato Cossu, durante l’abbreviato davanti ai giudici della corte d’appello, ha dimostrato la genuinità del contenuto della relazione sottoscritta dal suo assistito – nella quale peraltro non si diceva che ci fosse stato un incontro tra i tre personaggi in questione – tanto che lo stesso pg ne ha chiesto l’assoluzione. (na.co.)

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