La Nuova Sardegna

PORTO TORRES. L'ultima volta che aveva indossato una cravatta era il 24 giugno del 2006, e quel giorno Sean Wheeler, con una fede al dito, stava facendo un giuramento un tantino più impegnativo. Ieri dal cassetto ne ha tirata fuori una rossa, con minuscoli pois azzurri, e se l'è infilata in tasca. Non se l'è sentita di affrontare il tragitto verso il Comune, in bicicletta, con questa strana estensione svolazzante. Ha parcheggiato nella piazza, ha varcato la soglia del municipio, e si è subito imbattuto nel primo scoglio istituzionale: il complicatissimo nodo al collo. «Per fortuna che c’era l’uscere – confessa il sindaco del Movimento 5 Stelle – abbiamo cominciato a lavorare di squadra». Così si presenta con cravatta rossa, occhiali, quattro orecchini, e una camicia tristemente sobria. Anni luce da quella fantasia ipnotica, in stile stereogramma, sfoggiata nella sua prima apparizione. Davanti a lui una sala consiliare zeppa come un uovo, piena di aspettative, curiosità e di moltissimi giovani.

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L’ordine del giorno non è certo dei più accattivanti, in fondo si tratta di una pura formalità. C’è il giuramento del sindaco e l’insediamento ufficiale della giunta. La sensazione che si respira dentro la sala comunale è piuttosto singolare: pubblico e amministratori potrebbero essere tranquillamente interscambiabili, se qualcuno facesse il salto della barricata, il cambio di poltrona con la sedia potrebbe passare inosservato. Perché tutti sono allo stesso modo digiuni di politica, tutti si studiano con la stessa apprensione e gli occhi racchiudono il medesimo stupore. «Appena ho acceso il microfono – dice Sean – avevo una tremarella non indifferente. Poi però prende un sospiro e legge tutto d’un fiato il giuramento. Segue un applauso da un minuto. Lui sorride, timido fuori, felice dentro. Il capitolo investitura dunque è superato, il commissario straordinario può consegnare la fascia tricolore.

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E allora arriva anche il discorso: «Voglio citare l’articolo 3 dello statuto del Comune di Porto Torres. Legalità, imparzialità, efficienza e trasparenza sono le condizioni essenziali per lo sviluppo della vita democratica e per garantire la libertà e l’uguaglianza dei cittadini. Questi devono essere i nostri principi e, ogni giorno, il nostro primo pensiero». E poi un gesto di fairplay nei confronti degli sconfitti. «Ci tengo a salutare quelli che con un nome infelice vengono definiti “minoranza”, ma che io considero cittadini eletti e con i quali dovremo intraprendere un percorso di lavoro che sarà lungo e impegnativo».

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Tra i quali si nota un’assenza davvero di peso, perché al primo consiglio comunale di Porto Torres, seppur con giustificazione, manca il grande sconfitto Luciano Mura. Dall’altra parte della bancata, seduti uno di fianco all’altro, l’esercito dei pentastellati. Una maggioranza bulgara pronta a seguire questo sindaco che, smette la fascia, reinfila in tasca la cravatta, e vola via su due ruote.