La Nuova Sardegna

Sassari

Masia: Confapi in campo per l’Area metropolitana

di Giovanni Bua
Masia: Confapi in campo per l’Area metropolitana

Intervento del nuovo presidente dell’associazione delle piccole e medie imprese «Perdere l’occasione significherebbe avere un decimo delle risorse cagliaritane»

23 giugno 2015
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SASSARI. «Non esiste una sola ragione per la quale non ci battiamo per fare in Sardegna un’area metropolitana anche nel Nord. D’altronde la legge Delrio sul riordino degli Enti Locali non è rigida in merito, tutt’altro. E una regione a statuto speciale come la Sicilia ne ha individuato tre e non una come previsto inizialmente».

Inizia forte il nuovo Presidente Confapi Sardegna della provincia di Sassari Leonardo Masia, titolare con la famiglia della Edilpiemme Srl, azienda leader nel settore delle costruzioni, raccogliendo il testimone lasciato da Italo Senes, storico presidente dell’associazione, prima Api Sarda oggi Confapi.

Affronta tanti temi Masia, quelli storici come i costi dei trasporti, per persone e merci; i costi energetici del 15-20 per cento superiori rispetto alla penisola «con la speranza che il piano regionale sia approvato in tempi brevi»; il gap infrastrutturale «che vede la Sardegna indietro anni luce rispetto al resto dell’Italia, figuriamoci dell’Europa»; la legge urbanistica regionale per la quale si stanno allungando i tempi e tutto il sistema-appalti «che in media incide per circa il 30% sul Pil di una nazione, e le ultime vicissitudini nazionali e sarde non ci lasciano tranquilli. Se la nuova legge proposta dall’Assessore Maninchedda rende le cose più trasparenti e aiuta il mercato interno siamo ben contenti».

Poi analizza il contesto più vicino «Il sistema di sviluppo del territorio non può prescindere dal riconoscimento dell’Area Metropolitana, che sarebbe l’unico modo per attrarre risorse europee per investimenti infrastrutturali. Per essere maggiormente chiari, la differenza che passa tra essere o no Area Metropolitana è di un rapporto di circa 1 a 10: Cagliari potrebbe gestire una dotazione di circa 430 milioni di euro, Sassari circa una quarantina». «Esistono poi temi di strettissima attualità come il rinnovato iter per il Puc di Alghero, che stiamo seguendo attraverso i nostri delegati all’interno della consulta delle attività produttive. E le varianti al Puc di Sassari, che sappiamo essere nato vecchio, e per questo chiediamo al sindaco Sanna e all’assessore Marras di convocare il prima possibile il tavolo di confronto».

A Porto Torres: la futura amministrazione dovrà fronteggiare il solito, annoso problema: il polo industriale. «Si è parlato di riconversione industriale: ma di cosa stiamo parlando? Se si parla di Matrica, allora è bene specificare che è un investimento privato, già monco rispetto al progetto iniziale: infatti dei tre step previsti, uno è stato stralciato, il secondo invece è in fase di stallo, in ogni caso parliamo di una riduzione di un terzo rispetto all’investimento iniziale ed inoltre sembrerebbe che la sperimentazione sul cardo non stia dando i risultati sperati. Quindi siamo in presenza di un’importante iniziativa imprenditoriale, magari di successo, ma solo per i suoi soci, di certo non darà grandi risultati in termini di occupazione o potenziamento del sistema imprenditoriale nel territorio. Quindi bonifiche subito e liberare gli spazi inquinati ed ora inutilizzati».

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