La Nuova Sardegna

Sassari

L’acqua potabile non è più un diritto

di Gavino Masia
L’acqua potabile non è più un diritto

Città abbandonata: 50 giorni senza servizio idrico. Abbanoa rischia una denuncia per «attentato alla salute pubblica»

18 giugno 2015
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PORTO TORRES. L’ultima beffa è di ieri. Abbanoa ha comunicato che «le squadre eseguiranno alcuni interventi di manutenzione agli impianti elettrici del potabilizzatore di Truncu Reale. Non sono previste interruzioni dell’erogazione idrica in quanto il fermo dell’impianto sarà contenuto e le regolazioni attuate ai serbatoi consentiranno di proseguire l’alimentazione della rete. Eventuali cali di pressione potrebbero verificarsi soltanto nelle zone più alte del centro abitato: Serra Li Pozzi e le vie Croce, della Libertà, Tramontana, Levante, Scirocco, Loy, Ponente, Falcone-Borsellino e traverse».

Incredibile, un avviso per ricordare che l’acqua non potabile arriverà regolarmente nonostante i lavori. E sono ormai 50 giorni che l’acqua pubblica non può essere utilizzata dalla popolazione sia come bevanda sia per la preparazione dei pasti. Sempre ieri Abbanoa ha comunicato all’ufficio tecnico che oggi e domani ci saranno le autobotti dell’ente gestore a Porto Torres per rifornire chiunque si presenti con bidoni o altri contenitori adatti. Un tentativo di venire incontro ai problemi dettati dell’ordinanza di divieto emanata dal commissario straordinario del Comune, dopo la comunicazione Asl di parametri fuori norma, anche se a dire il vero sono davvero poche le persone che si presentano davanti all’autobotte. Rassegnazione mista a disperazione quella che vivono i cittadini, costretti a mettere mano al portafoglio per acquistare un supplemento di acqua in bottiglia e poter ritornare per brevi periodi alla normalità. «Siamo da 50 giorni senza acqua potabile e nessuno fa niente – commenta l’associazione “Civiltà è Progresso” –, nessuno protesta, nessuno assume iniziative: molti cittadini neppure sanno che a Porto Torres l’acqua non può essere usata per cucinare, e la usano allo stesso modo di panifici, ristoranti, bar e pizzerie». Secondo l’associazione molti non sanno che l’utilizzo di acqua inquinata, ancorché limpida, è dannosa alla salute, perché contiene metalli pesanti (alluminio, manganese e ferro) che si depositano a lungo andare nelle cellule cerebrali danneggiandole.

«Come associazione – aggiunge il presidente Alba Rosa Galleri –, oltre ad aver sollecitato l’intervento dell’assessore Paolo Maninchedda durante il suo recente incontro a Porto Torres, abbiamo mandato un messaggio al presidente della Regione Francesco Pigliaru: la situazione è insostenibile e stiamo valutando, con i nostri legali, l’opportunità di querelare Abbanoa per interruzione di pubblico servizio e attentato alla salute pubblica, perché l’erogazione di acqua inquinata, se prima era un’eccezione, ora è la regola».

Per i residenti è sconcertante pure il silenzio delle forze politiche del territorio, che non hanno mai preso posizione sulla grave vicenda, e ora si teme il recapito presso le abitazioni delle bollette d’acqua, con una quota magari riferita a quella erogata negli ultimi due mesi.

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