La Nuova Sardegna

Sassari

Chiude il Drop-In centro di accoglienza per i nuovi poveri

di Pinuccio Saba
Chiude il Drop-In centro di accoglienza per i nuovi poveri

La struttura era gestita dal Consorzio Andalas de Amistade I finanziamenti pubblici sono cessati nell’autunno del 2013

19 dicembre 2014
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SASSARI. Una piccola oasi per i disperati della notte, Questo è (o forse era) il Drop-In, una struttura di accoglienza di cosiddetta bassa soglia, nata per intercettare fre i tossicodipendenti persone che vivevano anche il disagio abitativo ma che in pochissimo tempo era diventato un punto di riferimento per i senza casa, ex detenuti che faticavano a inserirsi, per i nuovi poveri come disoccupati o padri separati.

Una struttura che solo nell’ultimo anno ha assistito quasi duemila persone ma che dal primo gennaio del 2015 dovrà chiudere i battenti. Nato nel 2009 da un progetto del Serd di Sassari e del Consorzio Andalas de Amistade, il Drop-In era stato finazianto dalla Regione con 140 mila euro all’anno, per tre anni. Fino al settembre del 2013, invece, era stato il Comune di Sassari ad assumersi l’onere di mantenere in vita il centro di accoglienza, insieme alla Asl numero 1 e al Consorzio Andales con una compartecipazione economica di 50 mila euro. Dall’ottobre dello scorso anno, invece, il servizio è stato garantito dal Consorzio delle Cooperative Sociali Andalas de Amistade Onlus. Da allora il consorzio ha sostenuto tutte le spese vive, dall’affitto alle utenze, dagli alimenti al vestiario, agli stipendi per i due operatori che lavoravano per il centro di accoglienza. «Siamo costretti a salutare i nostri ospiti e a scusarci con la comunità tutta per non essere riusciti a mantenere operativo un servizio di grande utilità per i poveri e i clochard di Sassari – è il commento di Iside Stevanin , presidente del consorzio Andalas de Amistade –. Non possiamo più permetterci di offrire un servizio utile alla comunità facendo fronte ai bisogni dei cittadini più poveri, affrontando spese che non possiamo più sostenere, che vanno oltre i limiti delle nostre possibilità».

Il centro offriva un minimo di conforto a chi aveva perso tutto: da una “semplice” colazione calda, alla possibilità di fare una doccia o il bucato, ma anche di mettersi in contatto con un legale o con una struttura medica. Poca roba, ma tantissimo per chi aveva dormito per strada, su una panchina o magari all’interno di un edificio diroccato. Un servizio che cesserà l’ultima notte dell’anno. «Nel condividiere questa triste notizia – aggiunge Iside Stevanin – vogliamo ringraziare tutto coloro i quali ci sono stati vicibno: associazioni socio-culturali, operatori culturali e le tante persone che hanno conosciuto la realtà del Drop-In e che si sono rese disponibili e attente a questa delicato servizio. Tutte le chiusure solo malinconiche ma nonostante la tristezza e la preoccupazione per gli ospiti, Andalas de Amistade rimane a disposizione di enti pubblici, privato sociale, privati cittadini, per confrontarsi, per mettere a disposizione la propria esperienza e accogliere idee o proposte concrete che possano far riaprire il Drop-In e che ha noi – conclude il presidente del consorzio Andalas de Amistade – in questo momento non sovvengono».

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