La Nuova Sardegna

Sassari

«Strisce blu, multe proibite se si sfora»

di Giovanni Bua
«Strisce blu, multe proibite se si sfora»

Il giudice di pace dà ragione a un automobilista: «Nessuna sanzione se non paghi, il posteggio è un contratto privato»

18 dicembre 2014
3 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. Avete perso decine di minuti annaspando tra auto e strisce blu a caccia dell’ausiliario a cui dare la vostra integrazione sosta? Fatica sprecata. Almeno a sentire il giudice di pace di Sassari, che l’ha fatta passare liscia a un automobilista, andato lungo di una quarantina di minuti nelle spine di pesce di via Roma, che si è opposto alla sanzione di 17,5 euro erogata dalla polizia municipale dopo le 48 ore canoniche di attesa della ricevuta di integrazione sosta, mai arrivata. E alla fine l’ha avuta vinta. Con il Comune che ha dovuto sborsare 250 euro di spese legali.

Motivo? Il posteggio a pagamento secondo il giudice Cossu altro non è che un «contratto atipico». E se l’automobilista non paga è inadempiente e non trasgressore del codice della strada. Insomma «all’utente potrà essere richiesto di corrispondere il dovuto per la durata della sosta non coperta, ma non si potrà comminare una sanzione amministrativa pecuniaria – recita la sentenza dello scorso 4 luglio – , in alcun modo prevista nell’articolo citato in verbale (il 7 comma 15 del codice della strada ndr)».

A essere messa in discussione non è dunque la liceità o meno del comportamento dell’automobilista che, pagata la sosta fino alle 19.18 nella parte alta di via Roma è arrivato dopo le 20, non ha trovato nessuno a cui dare l’integrazione sosta da lui fatta nella macchinetta (ha prodotto la ricevuta) e si è dimenticato di consegnarla agli ausiliari o al comando nelle successive 48 ore, ma la natura stessa del pagamento dei posteggi blu.

Non più obblighi sanzionabili secondo il codice della strada per il giudice di pace, ma contratti privati tra l’automobilista e il proprietario dell’area. Che non potrà far altro in caso di mancato pagamento che dare tempo al contraente inadempiente di «ravvedersi e integrare quanto dovuto» e comunque senza mai infliggere alcuna sanzione, non prevista dal codice ed erogabile dalla polizia municipale solo nel caso che il ticket non sia stato proprio acquistato (e quindi il “contratto” mai iniziato).

Una sentenza, come è facile immaginare, potenzialmente dirompente. Che potrebbe far scricchiolare dalle fondamenta la pratica della integrazione sosta, in vigore in pochissimi Comuni in tutta Italia e invidiata dagli automobilisti di tutti gli altri (a iniziare da Oristano che per avere il “biglietto di cortesia” sta da mesi facendo una dura battaglia).

In realtà però la faccenda è più complessa. La disciplina dei posteggi a pagamento è nell’occhio del ciclone da anni. Messa alla berlina da decine e decine di sentenze di giudici di pace e tribunali civili di mezza Italia. Con circolari esplicative del ministero, interventi delle prefetture, infinite discussioni nei Comuni.

Sotto accusa sono state messe le strisce blu in genere, che in teoria potrebbero esser presenti solo se insieme ci sono equivalenti posteggi liberi, e non devono mai essere in carreggiata. Sentenze come questa di Sassari sono apparse qui e lì, ma di fatto il sistema ha sempre retto. E le strisce blu continuano a essere presenti e pagate in tutta Italia.

Certo, nessuno aveva mai così specificatamente attaccato l’integrazione sosta, anche perché è pratica abbastanza recente e sulla quale il Comune di Sassari, con le 48 ore di tempo concesse per pagare e consegnare il tagliando, è all’avanguardia. Ma se l’ultima sentenza dovesse far giurisprudenza in realtà non sarà difficile per il Comune correre ai ripari: basterà far fuori il biglietto di cortesia e tornare alla tagliola che scatta alla fine della sosta pagata. Con multa sul parabrezza, questa volta indiscutibile quanto poco gradita.

Comune

Sassari, terremoto politico in giunta: fuori l’ex M5S Laura Useri

Le nostre iniziative