La Nuova Sardegna

Sassari

Rifiuti interrati nel complesso turistico

di Gianni Bazzoni
Rifiuti interrati nel complesso turistico

Sorso, blitz dei carabinieri del Noe nell’ex Borgo del sole: sequestrate aree per 10mila metri quadrati. Una denuncia

14 dicembre 2014
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SASSARI. Rifiuti di ogni genere smaltiti senza il minimo rispetto per l’ambiente e per le normative che regolano un settore così delicato. Amianto e vernici tossiche, diluenti e residui di materiali edili a seguito di costruzioni e demolizioni, scarti di impianti elettrici, plastica. E poi ancora: ferro e legno, rifiuti ingombranti con una varietà difficile persino da censire. Tutto rigorosamente interrato e coperto alla vista, in mezzo alla pineta, al confine con un ristorante-pizzeria e nei pressi dell’anfiteatro e dei campi da tennis, oppure infilato dentro i pozzi d’acqua potabile fino a renderli inutilizzabili.

L’incredibile scoperta è stata fatta dai carabinieri del Nucleo operativo ecologico all’interno del complesso turistico «La plage noir» (La spiaggia nera), in passato rinomato come «Borgo del sole» che hanno messo sotto sequestro quattro aree per complessivi 10mila metri quadrati. L’amministratore unico e legale rappresentante della società «Esa Hotel», Sergio Moiraghi, 63 anni di Sondrio ma residente a Milano, è stato denunciato con l’accusa di avere realizzato una discarica non autorizzata, per smaltimento illecito di rifiuti e imbrattamento del suolo. Sono in corso ulteriori accertamenti per verificare se l’inquinamento dell’acqua dei pozzi può avere causato anche conseguenze per le falde acquifere e, quindi, problemi per altre attività della zona.

I carabinieri del Noe sono intervenuti con la collaborazione del Nucleo movimento terra dei vigili del fuoco del comando provinciale. É stato sufficiente saggiare il terreno, senza andare troppo in profondità per fare emergere i rifiuti interrati, sicuramente in più riprese. Il sospetto è che non ci sia mai stato un regolare smaltimento a norma di legge e che tutti i materiali siano stati nascosti sotto terra, non solo nelle aree di pertinenza del complesso turistico alberghiero ma anche in mezzo alla pineta, in terreni di proprietà di altre aziende e che venivano utilizzati dalla «Esa Hotel» in quanto non esistevano sbarramenti fisici tali da impedire l’accesso.

Gli aspetti più gravi riguardano la presenza di onduline del tipo “eternit” (cemento amianto) provenienti dalla demolizione di coperture presenti nel villaggio che sono state scoperte in diversi punti: carabinieri del Noe e vigili del fuoco hanno provveduto a coprire l’amianto con dei teli impermeabili per evitare la dispersione di polveri nell’ambiente.

L’indagine è coordinata dal sostituto procuratore della Repubblica Carlo Scalas che ha autorizzato le perquisizioni e disposto tutti gli accertamenti necessari per valutare il livello di inquinamento determinato con le azioni illecite.

A conclusione delle prime attività le aree sottoposte a sequestro preventivo sono state affidate in custodia giudiziaria all’ingegnere capo del comune di Sorso. Nel frattempo, tutti gli scavi effettuati nella fase di indagine - tranne quelli dove sono stati rinvenuti tombati i rifiuti - sono stati richiusi.

C’è da dire che i carabinieri del Nucleo operativo ecologico sono andati praticamente a colpo sicuro: avevano una mappa completa delle situazioni considerate a rischio e hanno guidato gli operatori dei vigili del fuoco negli scavi. É stato sufficiente scendere alla profondità di poco più di un metro per avere conferma dei sospetti. Durante l’ispezione è stato anche scoperto che alcuni pozzetti sono stati utilizzati ugualmente per nascondere rifiuti, in particolare materiali provenienti da attività di potatura e di sfalcio della vegetazione. L’indagine è in pieno svolgimento.

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