La Nuova Sardegna

Sassari

IL COMUNE DI SORSO

L’assessore Tilocca: «Grave danno, valuteremo bene»

di Salvatore Santoni

SORSO. Il sequestro dei Noe a “Porchile” è stato accolto dall’amministrazione comunale di Sorso come un fulmine a ciel sereno. Il dirigente del secondo settore del Comune, Maurizio Loriga, è stato...

14 dicembre 2014
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SORSO. Il sequestro dei Noe a “Porchile” è stato accolto dall’amministrazione comunale di Sorso come un fulmine a ciel sereno. Il dirigente del secondo settore del Comune, Maurizio Loriga, è stato nominato custode giudiziario di un area totale di circa 10mila metri quadrati totali. «Dalle prime indicazioni, e a prescindere dalle responsabilità che verranno accertate, è evidente che è un grave danno per il territorio che andrà valutato attentamente», esordisce l’assessore alle Politiche ambientali, Gianni Tilocca, unico fra la giunta a commentare la vicenda. Esprimere un giudizio senza aver prima valutato le analisi di laboratorio sarebbe azzardato anche per un tecnico esperto. Una cosa è certa: nelle enormi fosse fatte scavare dai carabinieri del Noe c’è un po’ di tutto, ma niente di buono. Giunti sul posto, prima ancora di mettere a fuoco l’esatta entità del miscuglio di veleni rilevati dai militari, a mettere in guardia è il tanfo che pervade l’aria circostante. È un mix di veleni, quello che si percepisce fra i bustoni di stoffe, laterizi e polveri pressati uno sopra l’altro e intervallati da strati intonsi probabilmente di solventi. La bomba ecologica interrata - chissà per quanto tempo, lo chiariranno gli specialisti - sotto i piedi di centinaia di ignari villeggianti, rischia di avvelenare (o di aver già avvelenato) una porzione di territorio ben più grande. La scoperta fatta dai militari rischia di scoperchiare un vaso di pandora vecchio di oltre vent’anni. La struttura, oggi di proprietà della «Esa Hotel Srl», è meglio conosciuta come l’ex “Belo horizonte" – come viene ancora definito – ed è stata costruita negli anni ‘80, e in seguito ampliata grazie ai finanziamenti statali per i Mondiali di calcio del 1990. La notizia dell’operazione dei militari del Noe ha raggiunto anche il vice presidente del consiglio regionale, Antonello Peru, che ha espresso «massima fiducia nei confronti di chi ha scoperto lo scempio perpretato nei confronti della nostra terra». La preoccupazione degli esperti è che intaccando le acque di falda la contaminazione possa correre nei pozzi limitrofi. «Secondo il protocollo – conclude l’assessore Tilocca –, ora dovrebbe partire la prima fase di messa in sicurezza in emergenza dell’area, per poi avviare una fase di caratterizzazione che sarà la vera cartina tornasole dell’inquinamento della zona. Dopo di che potremo ragionare di quale sia il metodo migliore per bonificare la zona».

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