La Nuova Sardegna

Sassari

Il pm: assoluzione per 4 ortopedici

di Nadia Cossu
Il pm: assoluzione per 4 ortopedici

La bancaria morta al Civile, cinque medici sono imputati di omicidio colposo

11 dicembre 2014
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SASSARI. Alcuni di loro, nei giorni in cui la donna restò ricoverata nel reparto di Ortopedia dell’ospedale civile di Sassari, nemmeno erano di turno. Qualcuno era addirittura in ferie e non vide la paziente. È una delle ragioni che hanno spinto il pubblico ministero Carlo Scalas a chiedere l’assoluzione per quattro dei cinque medici imputati di omicidio colposo (per uno solo ha chiesto la condanna alla pena minima) dopo la morte di Giuseppina Ledda, bancaria di Bessude di 45 anni deceduta 14 giorni dopo il ricovero in Ortopedia: era il 20 ottobre del 2010. Altri cinque medici sono già stati assolti con rito abbreviato. Il pm ha chiesto la condanna anche per il camionista che avrebbe provocato l’incidente.

Sul banco degli imputati ci sono Sandra Puggioni, 47 anni (soltanto per lei, assistita dall’avvocato Paolo Vinci, il pm Scalas ha chiesto la condanna minima prevista per l’omicidio colposo – sei mesi – ridotta di un terzo con le attenuanti generiche); il sostituto procuratore ha chiesto invece l’assoluzione per Tonino Zirattu, 49 anni; Giorgio Patta, di 56; Daniela Pistidda, di 42; Pier Paolo Porqueddu, di 41 (difesi dagli avvocati Antonio Meloni, Marina Canu, Giorgio Murino e Marcello Masia). Chiesta la condanna (sempre la pena minima con il riconoscimento delle generiche) anche per Giovanni Simula, 43 anni, di Ittiri, conducente del camion che secondo le indagini provocò l’incidente mortale. I familiari della vittima si sono invece costituiti parte civile con l’avvocato Giuseppe Conti.

La donna, madre di tre figli, era stata ricoverata con la frattura di entrambi i femori in seguito a un incidente sulla Banari-Ittiri, ed era stata operata. La morte però fu causata da un’emorragia interna provocata da una lesione al fegato. Il pm contestava il fatto che i medici non avessero approfondito con esami specifici il quadro clinico della paziente. Nell’udienza davanti al giudice Salvatore Marinaro, in una delle ultime udienze erano stati sentiti due dei medici imputati che avevano voluto chiarire in aula la propria posizione per dimostrare che nulla avrebbero potuto fare per salvare la vita alla donna. In particolare, Daniela Pistidda, lavorava sì nel reparto di Ortopedia ma non nella sezione (B) in cui era ricoverata la Ledda, e infatti aveva precisato di non aver mai visitato la paziente in quei giorni. E quando morì era persino in ferie. Così come il suo collega Pier Paolo Porqueddu.

La suddivisione del reparto in due sezioni (A e B) è stata determinante per far luce sulle eventuali responsabilità perché la bancaria fu ricoverata nella sezione B e quindi i medici che operavano nella A non ebbero occasione di visitarla. L’unica richiesta di condanna – seppur con il riconoscimento delle generiche– riguarda la Puggioni che in quei giorni prestava servizio nella sezione B. Ora è attesa la discussione dei difensori e poi la sentenza.

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