La Nuova Sardegna

Sassari

«A me interessava solo l’idoneità»

«A me interessava solo l’idoneità»

Il figlio dell’imputato oculista Carta: avrei rifiutato quella cattedra a Sassari

03 dicembre 2014
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SASSARI. «A me interessava l’idoneità, per questo motivo partecipai al concorso di Sassari. Ma la presa di servizio l’avrei rifiutata». Perché gli interessi di Arturo Carta, 44 anni, erano già orientati altrove, fuori dalla Sardegna.

Ieri mattina, davanti al collegio presieduto da Marina Capitta, sono stati sentiti gli ultimi testi del processo che vede imputato di tentato abuso d’ufficio Francesco Carta, docente in pensione ed ex titolare di Oculistica alla Aou, assistito dagli avvocati Paolo Spano e Giuseppe Conti. Finito a processo per una cattedra che, secondo il pm Carlo Scalas, sarebbe dovuta passare in eredità dal padre al figlio. Tanto che Scalas aveva definito il bando «ritagliato appositamente sull’esperienza professionale del figlio». I fatti risalgono al 2008 e a Francesco Carta viene contestato l’aver indicato al preside della facoltà Giulio Rosati alcuni particolari requisiti per il proprio successore, al momento di selezionare la tipologia di impegno didattico scientifico: tra le tante competenze richieste figurava anche una conoscenza sulla materia dei «Disordini ereditari nitocondriali». Arturo Carta, ricercatore che aveva già vinto un concorso a Parma, era tra i pochi in Italia ad aver studiato quella malattia degli occhi. Ma Rosati in una delle ultime udienze e l’allora rettore Alessandro Maida in quella di ieri hanno confermato che «certamente era stato Carta a indicare la tipologia di impegno didattico e scientifico ma solo perché era l’unico titolato per farlo. E quelle tematiche erano del tutto coerenti con la continuità didattica e clinica del reparto di Oculistica». Un bando ampio, quello che fu predisposto, «per nulla limitativo – ha aggiunto Carlo Sborgia, consulente della difesa, luminare in Oculistica – che includeva patologie con ramificazioni infinite». Bando, in sintesi, che prevedeva requisiti di cui sono in possesso decine di esperti in tutta Italia. Oltretutto – come ha spiegato il teste professor Scorcia, uno dei membri della commissione giudicante all’epoca – «ai fini della valutazione dell’idoneità non tenemmo conto dell’impegno didattico». Oggi Arturo Carta lavora e vive con la sua famiglia in emilia Romagna. «L’idoneità conseguita a Sassari mi è servita per diventare professore associato a Parma». (na.co.)

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