La Nuova Sardegna

Sassari

Niente raccolta rifiuti: il porto è una discarica

di Gavino Masia
Niente raccolta rifiuti: il porto è una discarica

L’appalto è scaduto e la Port Autorithy ancora non ha affidato il nuovo servizio Buste di immondizia nello scalo commerciale, ieri il sopralluogo degli assessori

21 novembre 2014
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PORTO TORRES. Tra buste di spazzatura e rifiuti di ogni genere presenti nel porto commerciale si aggiravano ieri mattina gli assessori all’Ambiente e al Decoro cittadino – Gavino Gaspa e Davide Tellini – e i lavoratori dell’impresa di pulizia e spazzamento licenziati lo scorso 9 novembre.

Il Comune non ha alcuna competenza sullo smaltimento dei rifiuti nell'area portuale, servizio che è invece in capo alla Port Authority che – dopo la scadenza del contratto con la ditta incaricata – è in attesa della sentenza del Tar in merito al ricorso pendente sulla ditta che aveva vinto l’appalto.

«L'atteggiamento di totale insensibilità della massima dirigenza dell’Authority nei confronti della nostra città – sottolinea Gaspa -, mette sullo stesso piano chi si comporta in maniera incivile con chi è deputato a garantire un servizio di primaria necessità sotto il profilo ambientale e sanitario: se una responsabilità può essere ascrivibile alla nostra amministrazione comunale, è solamente questa: nei confronti dei vertici dell'Autorità portuale non sono stati usati gli stessi toni e gli stessi atteggiamenti che sono stati messi in campo nei confronti dei nostri dirigenti o aziende che operano per il nostro Comune. Insomma, forti con i deboli e deboli con i forti!».

Per Tellini la situazione incresciosa venutasi a creare sul porto pone una serie di riflessioni sull'atteggiamento della Port authority non tanto nei confronti della amministrazione ma nei confronti dei cittadini: «Una città dimenticata dall'ente gestore del porto che non riesce quasi ad assolvere alle necessità primarie della comunità portuale. Gli investimenti sul decoro praticamente nulli sia nel porto e - sottolineo - nemmeno nell'arenile di competenza quali spiagge di Renaredda, Acque Dolci fino a punta Balai».

A stare male sono soprattutto i cinque lavoratori, tutti padri di famiglia, con alle spalle tanti anni di dipendenza (dai 5 ai 25) nella pulizia dello scalo: «Abbiamo lavorato fino a sabato 8 novembre – ricordano -, poi per telefono ci hanno comunicato il licenziamento e ci hanno chiesto di portare indietro tutto il vestiario. Alcuni di noi hanno contratto un mutuo per la casa, altri volevano contrarlo e si sono trovati improvvisamente in situazione di disagio economico».

A difendere la loro causa, tra gli altri, è intervenuto il segretario generale Fit-Cisl Giuliano Deliperi, che ha chiesto un incontro urgente al prefetto di Sassari per tentare di mettere in campo delle possibili soluzioni.

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