La Nuova Sardegna

Sassari

Scuole e strade, si va verso la paralisi

di Antonio Meloni
Scuole e strade, si va verso la paralisi

In Provincia incontro sui mancati trasferimenti di fondi: a rischio la manutenzione e anche l’assistenza agli studenti disabili

19 novembre 2014
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SASSARI. Da gennaio prossimo la provincia di Sassari rischia la paralisi totale. Servizi primari come la manutenzione delle strade, i trasporti, l’assistenza ai disabili e il diritto allo studio potrebbero non essere garantiti. L’allarme è stato lanciato ieri, nella sala Angioy del Palazzo di piazza d’Italia, durante una conferenza stampa congiunta a cui hanno partecipato gli amministratori provinciali, alcuni esponenti sindacali, i rappresentanti delle associazioni dei disabili e i dirigenti scolastici. Il taglio dei trasferimenti statali e regionali alla Provincia sta creando una situazione di grave disagio e il rischio tutt’altro che remoto di una ricaduta deleteria su un territorio martoriato. Per scongiurare il pericolo di un blocco, amministratori, sindacalisti, dirigenti scolastici e mondo dell’associazionismo ha organizzato un’assemblea pubblica in programma venerdì, alle 10, nel Palazzo della Provincia, iniziativa a cui sono stati invitati gli esponenti politici del territorio, i consiglieri regionali e il mondo della scuola. Il punto della situazione lo ha fatto il presidente Alessandra Giudici che, in apertura, ha snocciolato cifre e percentuali per spiegare non solo il senso dell’iniziativa, ma soprattutto il rischio reale a cui il territorio sarà esposto se la Regione non risponderà all’appello. Il nodo della questione, secondo la valutazione del presidente della Provincia, è nel taglio di 55 milioni di euro prodotto dalla Finanziaria regionale, soldi che avrebbero dovuto essere reintegrati con la nuova Giunta. «Reintegro - ha spiegato però Giudici - avvenuto solo parzialmente e non con l’adozione dello stesso criterio impiegato per il prelievo». Insomma, per farla breve, la Provincia necessità a stretto giro di poco più di quattro milioni di euro per la copertura delle spese correnti relative all’erogazione di servizi primari che riguardano la manutenzione delle strade e degli edifici scolastici, il carburante per far marciare i mezzi di trasporto e il personale per assistere gli oltre 130 studenti disabili di cui 77 pendolari. Si tratta di servizi essenziali che toccano il diritto allo studio, la sicurezza dei caseggiati scolastici e le linee di comunicazione di un territorio tanto vasto quanto stremato. Gli occhi sono puntati su una delibera con la quale la giunta regionale, proprio venerdì prossimo, dovrebbe sbloccare un milione e 200 mila euro «che comunque - taglia corto Alessandra Giudici - ci darebbero autonomia fino alla fine dell’anno. Con l’avvio del nuovo anno - ha denunciato il presidente della Provincia - potremmo non essere in grado di garantire i servizi essenziali per far funzionare il territorio». Allarme fatto proprio dal sindacato che paventa il rischio di uno smantellamento dello stato sociale: «Siamo qui tutti insieme - ha detto Paolo Dettori (Cgil Funzione pubblica) - per difendere i servizi alla persona, per salvaguardare il diritto allo studio e rivendicare strade sicure, non è pensabile esporre al rischio della paralisi un territorio già fiaccato dalla crisi». Giovanna Tuffu, rappresentante delle associazioni dei disabili, incalza: «È inaccettabile il fatto che i tagli ricadano sull’assistenza agli studenti disabili per la mancanza di personale specializzato, vogliamo ricordare alla Regione che il diritto allo studio deve essere garantito a tutti». Sebastiano Crosa (Cgil) evidenzia lo stato di profondo disagio delle 170 famiglie dei lavoratori della Multiss che aspettano lo stipendio, mentre Massimo Sechi (dirigente del liceo Azuni) ricorda che senza servizi la scuola è costretta a incrociare le braccia: «La situazione pesa soprattutto sulle nostre scuole - dice Sechi, in rappresentanza dei dirigenti scolastici - siamo noi che viviamo sulla pelle una partita che non può durare». E se la situazione concede poco spazio all’ottimismo «il 2015 - conclude il consigliere provinciale Paolo Bussu - potrebbe andare anche peggio».

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