La Nuova Sardegna

Sassari

I gruppi folclorici rischiano l’estinzione a causa dei tagli

di Mauro Tedde
I gruppi folclorici rischiano l’estinzione a causa dei tagli

Incontro tra Regione e presidenti delle associazioni In prima linea la formazione di Ossi e il coro di Perfugas

16 novembre 2014
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OSSI. Si è tenuta ad Assemini sabato scorso l’assemblea dei presidenti e dei rappresentanti dei gruppi folclorici della Sardegna, associati alla Federazione Italiana Tradizioni Popolari. All’incontro oltre ai dirigenti nazionali della Fitp e al presidente Benito Ripoli erano presenti i consiglieri regionali Anna Maria Busia e Michele Cossa, espressamente invitati in quanto interessati alle problematiche riguardanti la tutela e valorizzazione dei beni culturali ed etnografici della Sardegna. Luigi Scalas, vicepresidente della federazione, nel suo intervento, ha denunciato la grave crisi che attualmente attraversano i gruppi folclorici con il taglio dei finanziamenti regionali e degli enti locali grazie ai quali, in passato si era riusciti a conservare vitali le tradizioni popolari delle diverse zone e comunità dell’isola. Gavino Fadda del gruppo “Città di Ossi”, ha messo in risalto la particolare funzione di caratterizzazione identitaria svolta dai gruppi folclorici, sia in occasione di viaggi all’estero, sia nelle feste locali e le grandi sagre regionali (Sant’Efisio, Redentore, Cavalcata Sarda) ed ha sottolineato l’importante messaggio pubblicitario veicolato dai gruppi verso il mercato turistico interessato alla Sardegna, che deve attirare, non solo per le bellezze ambientali ma anche per il suo variegato patrimonio culturale ed etno-antropologico. Fadda sostiene che negli ultimi tempi si è ritenuto fossero più funzionali all’attrazione turistica forme di spettacoli di tipo elitario, valutando negativamente gli eventi e le esibizioni dei gruppi folclorici. L’intervento di Giovanni Soro, del “Coro di Perfugas”, ha completato questa analisi, indicando l’opportunità dell’emanazione di un’apposita legge regionale che tuteli e valorizzi i beni culturali nel quadro dell’attuale dialettica tra locale e globale, tenendo conto delle particolari funzioni economiche, nei rispettivi comparti, che tali beni hanno nell’industria turistica, in quanto elaboratori e diffusori di forti messaggi di attrazione. Anna Maria Busia ha preso il formale impegno di portare avanti, in collaborazione con l’assessore Francesco Morandi, proposte normative che intervengano a tutelare e valorizzare le funzioni educative dei gruppi folclorici, nel contesto dei giovani sardi interessati a mantenere vitali le rispettive tradizioni popolari e nel quadro dello sviluppo dell’industria turistica. Michele Cossa ha ripreso e approfondito ulteriormente le questioni e le possibili prospettive affrontate impegnandosi ad arrivare a soluzioni operative concrete. L’incontro è proseguito con la presentazione, curata da Mario Atzori, dell’opera di Gian Luigi Bravo “La prima etnografia. Gli studi di folclore tra Ottocento e Novecento nel quadro europeo”, pubblicata nel 2013 dalla casa editrice Franco Angeli, grazie all’impegno della Fitp. Al volume è allegato un dvd che raccoglie gli articoli delle due più importanti riviste di etnografia apparse in Italia tra la seconda metà dell’Ottocento e il primo decennio del Novecento. Le due riviste passano in rassegna le tradizioni popolari di tutte le regioni italiane, ovviamente anche quelle della Sardegna, vitali tra i due secoli. I contenuti dei saggi sono facilmente consultabili con un sistema informatico se ritenessero necessario rintracciare materiali sulle proprie tradizioni.

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