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Sassari

Don Palmas: «Una sola parola, vergogna!»

Don Palmas: «Una sola parola, vergogna!»

«C’è solo una parola che sintetizza questa situazione: vergogna!». Non usa giri di parole il parroco di Nughedu don Gianni Palmas, che così commenta il ritardo dell’inizio dei lavori di ripristino...

15 novembre 2014
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«C’è solo una parola che sintetizza questa situazione: vergogna!». Non usa giri di parole il parroco di Nughedu don Gianni Palmas, che così commenta il ritardo dell’inizio dei lavori di ripristino della strada di ingresso al paese.

Il parroco premette di essere stato «indeciso se intervenire, non per paura di esprimere la mia posizione ma perché non volevo alimentare una polemica già in atto e soprattutto perché ho sperato fino all’ultimo che questo benedetto lavoro iniziasse». Ma dopo un anno e otto mesi la situazione non è cambiata, da qui la decisione di intervenire per dare voce a una comunità che «per tutto il tempo ha avuto una pazienza straordinaria, limitandosi a qualche timida lamentela sempre civile e senza mai sbottare eccessivamente». «Come indicava il titolo di un libro di qualche anno fa, anche le formiche nel loro piccolo si arrabbiano – dice don Palmas –. Ecco perché dopo tanto tempo ho deciso di intervenire anche io come parroco del paese che cerca di essere attento alle problematiche e ai disagi dei suoi parrocchiani. E questa frana è proprio un disagio per tutti: certo la sosta dura solo qualche minuto, ma i Nughedesi, e non solo loro, da un anno e otto mesi si fermano più volte al giorno per qualche minuto in quel benedetto semaforo. Quanto altro tempo durerà questa situazione?». Il riferimento di don Gianni alle “formiche” è più che opportuno, nel suo ragionamento: è suo parere, infatti, «che se Nughedu fosse stato un paese più grande o se quella strada fosse di passaggio verso centri più importanti, il problema sarebbe già stato risolto da un pezzo». Cosa è successo? «Sappiamo che la competenza è dell’amministrazione provinciale – dice don Palmas – e che la pratica sembrava ben avviata, poi per motivi burocratici si è fermata. Sappiamo anche che la burocrazia la fa da padrona su questi lavori, ma ciò che la Provincia e la burocrazia non sanno è che il disagio qui è diventato insopportabile. Il fatto strano – aggiunge – è che ovunque la programmazione stradale prevede l’eliminazione dei semafori a vantaggio delle rotonde e dello snellimento del traffico, invece da noi i semafori durano da un anno e otto mesi (a marzo saranno due anni) e non sembra siano maturi i tempi per rimetterli in magazzino». (b.m.)

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