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Progetto la SPERANZA

Villa Pietri, simbolo della città: il restauro possibile

Villa Pietri, simbolo della città: il restauro possibile

OZIERI. Riprende venerdì 14 novembre la serie delle conferenze del progetto La Speranza dei/nei/con i Giovani promosso dalla fondazione La Speranza per valorizzare le ricerche dei giovani ozieresi e...

12 novembre 2014
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OZIERI. Riprende venerdì 14 novembre la serie delle conferenze del progetto La Speranza dei/nei/con i Giovani promosso dalla fondazione La Speranza per valorizzare le ricerche dei giovani ozieresi e fornire loro una vetrina per far conoscere i propri studi al pubblico.

L’appuntamento di venerdì, in programma alle 18 nei locali dell’ex Asilo dietro la Fontana Grixoni, avrà come protagonista la ricerca dal titolo “La villa Pietri di Ozieri. Un’ipotesi di restauro per la riscoperta di un simbolo” dell’architetto Giorgio Satta, pregevole lavoro tratto dalla tesi di laurea che ha ottenuto il massimo dei voti con la lode.

«Scopo della ricerca storica – spiega lo stesso architetto Satta – è stata la ricostruzione delle vicende del passato della villa Pietri con un obiettivo principale: il tentativo di ri-conferire importanza anche ad un bene ormai trascurato e far ri-conoscere la villa anzitutto agli stessi cittadini ozieresi che in qualche modo, ad oggi, dovrebbero essere i più legati ad essa, creando una base di scelta e, in conclusione, un’ipotesi di restauro per un sperabile riutilizzo dell’immobile. Il rapporto odierno tra la villa e gli ozieresi - ha raccontato l’architetto Satta - è per certi versi contraddittorio: la solennità e l’eleganza delle forme hanno contribuito nel tempo ad aumentarne il mito e a ricoprire la villa di un’aura di mistero. Nonostante questo, la quasi totalità dei cittadini la riconosce come uno degli elementi caratterizzanti e di maggior pregio della città: quasi un simbolo, un manufatto prezioso di cui si va fieri ed invidiato da tutti».

La conoscenza a dir poco frammentaria dell’edificio e del suo percorso storico è tuttora composta essenzialmente da una serie di rimandi orali e da un passaparola che, pur esaltandone le potenzialità e il nome, hanno contribuito a scavare progressivamente un solco sempre più profondo tra la realtà e l’immaginario collettivo: lacune che Satta cerca in qualche modo di colmare raccontando la storia della villa e proponendo quella “ipotesi di restauro” che consentirebbe di restituire alla comunità un bene che si rischia di perdere.

La prossima conferenza è in programma venerdì 28 novembre con la tesi su “Far fronte alle difficoltà: le strategie di doping nel ciclo della vita” della dottoressa Maria Teresa Ghisaura. (b.m.)

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