La Nuova Sardegna

Sassari

Chiaramonti frena la corsa alle trivellazioni

Il consiglio comunale giudica lacunoso e privo di garanzie il progetto della Geoenergy toscana

09 novembre 2014
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CHIARAMONTI. Il consiglio comunale frena la corsa della Geoenergy alle trivellazioni nel territorio comunale. Troppo lacunoso e privo di garanzie per la salute pubblica e l’ambiente il progetto presentato nel 2011 dalla multinazionale con sede in Toscana e così martedì scorso, in seduta straordinaria, il Consiglio ha detto no al rilascio del permesso di ricerca di risorse geotermiche denominato “Martis” e “Sedini” della Geoenergy.

«Non stiamo dicendo “no” alla geotermia, che può essere una risorsa se gestita da un soggetto pubblico che abbia a cuore l’ambiente e la salute pubblica - ha chiarito il sindaco Marco Pischedda in assemblea - ma stiamo dicendo no a questa iniziativa della privata Geoenergy che, così come è stata presentata, non offre garanzie e risulta potenzialmente dannosa». Una posizione condivisa anche dall’assessorato regionale all’Ambiente. Anche su invito del consigliere di minoranza Tonino Soma, che ha chiesto alla maggioranza di conoscere di più sull’argomento e che venisse motivato il “no” al permesso, il sindaco Pischedda ha ricostruito i precedenti che hanno quindi portato l’amministrazione a prendere posizione. «Nel 2011 la Geoenergy ha presentato alla Regione l’iter per l’ottenimento del permesso di ricerche geotermiche in territori appartenenti a diversi Comuni dell’Anglona e della Gallura», ha riassunto il sindaco.

L’Unione dei Comuni si è documentata organizzando un convegno a Martis e la visita di una delegazione di sindaci, tra cui quello di Chiaramonti, a Larderello, in provincia di Pisa, dove la geotermia è sfruttata per la produzione di energia elettrica e dove sorge uno dei più grandi complessi geotermici del mondo. «A detta di esperti un simile sfruttamento per la produzione di energia elettrica tramite vapori qui non sarebbe possibile - ha detto Pischedda - e nel progetto della Geoenergy ci sono molti lati oscuri che sono stati secretati con il segreto industriale». Nel luglio 2014 l’assessorato regionale all’Industria ha chiesto parere ai Comuni. Da qui la decisione dell’amministrazione di bloccare, almeno temporaneamente e finché la Regione non si pronuncerà, questo permesso di ricerche denominato “Martis” e “Sedini” che non si pronuncia sugli eventuali rischi sulla salute pubblica, di inquinamento della falde acquifere o di dissesto idrogeologico. Il passo successivo, come annunciato in Consiglio, potrebbe essere l’organizzazione di un convegno con soggetti dai pareri anche discordi, ma che non abbiano interesse a speculare sulla vicenda.

Letizia Villa

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