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Bustarelle in camera mortuaria, tre arresti

La camera mortuaria dell'ospedale civile di Sassari
La camera mortuaria dell'ospedale civile di Sassari

Mazzette in cambio di notizie sui decessi all'ospedale, ordinanze di custodia cautelare nei confronti di due necrofori e del titolare di un'agenzia funebre

06 novembre 2014
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SASSARI. Bustarelle in cambio di informazioni sui decessi. Con questa accusa, i carabinieri del Nas di Sassari hanno eseguito tre ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti di un titolare d'agenzia funebre della città e due dipendenti della Asl di Sassari in servizio presso la camera mortuaria dell'ospedale civile.

Gli arrestati sono Stefano Pinna, titolare della «Agenzia funebre Pinna» di via delle Conce, a Sassari, e due dipendenti dell'Asl 1, Michele Mannu e Mario Pilo, che prestano servizio nella camera mortuaria dell'ospedale civile Santissima Annunziata.

L'indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Sassari e iniziata lo scorso luglio, ha portato i carabinieri ad accertare che i necrofori accettavano mazzette dal titolare dell'agenzia funebre fornendo in cambio informazioni sui decessi avvenuti nel nosocomio. Nell'indagine sono coinvolte a vario titolo altre tre persone, che i carabinieri hanno denunciato all'Autorità giudiziaria.

Secondo i fatti accertati dai Nas, il rapporto tra l'imprenditore nel settore delle onoranze funerarie e i due necrofori era sistematico e continuativo. Uno stretto rapporto di collaborazione per cui i due dipendenti dell'azienda sanitaria, stando alle accuse, venivano retribuiti per fornire in tempo reale informazioni utili sui decessi che si verificano all'interno dell'ospedale e per mettere in contatto l'agenzia funebre con i parenti dei defunti, così da bruciare sul tempo la concorrenza.

Le indagini hanno permesso di accertare che questo modo di operare andasse avanti da diverso tempo prima che scattasse l'inchiesta, che ha preso le mosse da una segnalazione raccolta dai militari l'estate scorsa.

Pinna, Mannu e Pilo sono accusati di corruzione. Per gli ultimi due è stato ipotizzato anche il reato di rivelazione di segreti d'ufficio per aver agito in spregio al severissimo regolamento predisposto dall'Asl proprio in tema di rapporto tra le agenzie funebri e il servizio della camera mortuaria.

A uno dei dipendenti è stato contestato anche il reato di peculato per aver utilizzato indebitamente l'apparecchio telefonico installato presso la camera mortuaria per usi privati e comunicazioni con i co-indagati.

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