La Nuova Sardegna

Sassari

Si avvicina lo spettro dei licenziamenti

di Nadia Cossu
Si avvicina lo spettro dei licenziamenti

Gli ex dipendenti dell’impresa che produceva manufatti di cemento: ci rifiutiamo di morire. Lunedì incontro con la Regione

04 novembre 2014
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SASSARI. La loro battaglia per il lavoro è instancabile. Un’attesa snervante fatta di promesse, aspettative, sit in, bandiere a sventolare davanti ai palazzi del potere, tentativi pacifici per far sentire la propria voce e spiegare a chi non li ascolta «che i lavoratori onesti, con mogli e figli a carico, non vanno trattati in questo modo».

Ieri mattina alle 9, i 60 ex dipendenti dell’Aicop erano di nuovo davanti alla sede legale dell’impresa che fino a qualche anno fa produceva manufatti di cemento. Poi l’azienda di Cargeghe ha chiuso e sessanta padri di famiglia sono finiti in mezzo alla strada. Ieri, ancora una volta, la proprietà non si è presentata e allora si sono spostati davanti all’ufficio della Regione, in via Roma. Qui sono riusciti, se non altro, a strappare l’impegno di un incontro – per lunedì prossimo – con l’assessore all’Industria Maria Grazia Piras.

La cassa integrazione (per giunta con clamorosi ritardi nei pagamenti) era cominciata nel 2010, quando l’azienda aveva chiuso i battenti. Il 31 dicembre del 2013 era prevista la scadenza della cig e infatti il 1 gennaio 2014 i lavoratori si erano presentati nello stabilimento e avevano però trovato le porte sbarrate. «Poi l’azienda ha prorogato la cassa integrazione in deroga per sei mesi – ha spiegato ieri Giovanni Maria Carta della Rsa Cisal – e la Regione per altri quattro. Ma a maggio l’azienda ha incredibilmente aperto le procedure di mobilità con Cgil, Cisl e Uil che non hanno tra noi nemmeno un iscritto. Ugl e Cisal si sono sempre rifiutate di sottoscrivere accordi di questo tipo che, come ben sappiamo, avranno un unico risvolto: il licenziamento». Ecco perché la preoccupazione cresce: «Non sono previsti ammortizzatori sociali – aggiunge Carta – e l’azienda entro il 30 novembre andrà avanti con i licenziamenti». Una situazione intollerabile che richiede una mobilitazione forte.

«Oggi siamo stati al fianco dei lavoratori per protestare contro gli atteggiamenti unilaterali intrapresi dalla Aicop» spiega il dirigente provinciale dell’Ugl di Sassari, Simone Testoni, che ieri mattina ha partecipato al sit in di protesta organizzato nella sede legale dell’azienda. «Lo scorso 31 ottobre è scaduta la cassa integrazione, è stato disposto dalla direzione il ritorno alla società Aico (la società “madre” ndc) dei lavoratori che per sei anni sono stati legati alla Aicop. Una presa di posizione che non siamo disposti ad accettare e pertanto – continua Testoni – non avendo ricevuto alcuna risposta dall’azienda in sede legale, una delegazione di lavoratori si è spostata in via Roma dove è stato fissato un incontro con l’assessore regionale all’Industria per lunedì prossimo».

L’appoggio dei sindacati in questa fase è molto importante per i lavoratori che da anni vivono l’incubo della disoccupazione: «Non ci resta che attendere e sperare in un intervento efficace anche da parte della Regione. Per quanto ci riguarda – conclude il sindacalista – siamo pronti a trovare tutte le soluzioni idonee che tutelino il futuro di questi lavoratori che vivono oramai nell’incertezza del loro futuro».

Era sfumata anche la possibilità di una riconversione dell’azienda dell’amministratore unico Nicolino Brozzu. Si era parlato di accordi per un rilancio economico legato a una partnership internazionale (Gibilterra). Ma di concreto non c’è mai stato nulla.

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