La Nuova Sardegna

Sassari

La Cm vende, un’ipotesi per fare cassa

di Barbara Mastino

Il presidente Fois replica ad Arras (Burgos): «Siamo sommersi da cause milionarie, è nostro compito evitare il fallimento»

31 ottobre 2014
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BONO. Non si è fatto attendere il commento del presidente della Comunità Montana del Goceano Francesco Fois, sindaco di Bultei, alle critiche mosse dal primo cittadino di Burgos Salvatore Arras sulla decisione della giunta dell’ente di alienare alcuni suoi immobili. Il presidente puntualizza su alcuni passaggi delle critiche del collega, specificando in primo luogo che la delibera adottata non è una decisione di vendita bensì «la proposta di verificare, dopo opportuna valutazione da parte dell’Agenzia delle Entrate, l’ipotesi di alienare i cespiti residui di proprietà della Cm».

Cespiti costati tanto denaro e ridotti in stato di abbandono, dice Fois, che rimanda al mittente la critica di «fallimento gestionale dell’ente» fatta da Arras, imputando alla gestione precedente la situazione finanziaria catastrofica in cui la Comunità Montana versa attualmente. «Se di fallimento si tratta – dice – la giunta attuale non recita la parte dell’attore bensì agisce in veste di “curatore” di quanto ereditato. Per puntualizzare sul merito e tralasciando gli effetti della crisi finanziaria in atto - prosegue – l’attuale giunta si trova ad agire con la cassa sotto “custodia giudiziaria”, senza organico tecnico, contro una pletora di cause milionarie (tutte in itinere da 20 anni) relative ai mancati accordi sugli indennizzi relativi ai cespiti in questione».

Ecco quindi da dove deriva l’ipotesi di vendita, dice Fois, che sottolinea di nuovo come si tratti solo di una ipotesi e non di una decisione presa “a caso” e senza consultare i Comuni. Trattandosi di una ipotesi, dice in sostanza, essa rientra nelle competenze della giunta che governa l’ente, che è «organo di programmazione» e che può «definire linee d’intervento e proporre iniziative senza pareri preventivi, comunque sacrosanti prima di concretizzare alcunché». Il suo essere organo esecutivo, dice in sostanza Fois, consente alla giunta di adottare atti “veloci”, anche per «cogliere eventuali opportunità dal momento che i tempi notoriamente dilatati delle decisioni politiche poco si conciliano con le dinamiche del mercato». Fois difende la decisione della Cm e sottolinea come essa sia stata approvata dalla maggioranza dei componenti (6 voti favorevoli, 1 astenuto e 2 contrari), «che rappresentano l’85 per cento della popolazione», e “bacchetta” a sua volta il sindaco di Burgos per la sua scarsa partecipazione alle assemblee.

«Ben si può scusare il nostro “critico” dei suoi gap di conoscenza e superficialità in materia comunitaria – ribatte con parole dure Fois – se solo si considera che su 24 consigli comunitari esperiti a tutt’oggi lungo il suo mandato, lo stesso ha partecipato solo a 10, in cui, peraltro, ha trovato modo di esprimere voto negativo sulle proposte della maggioranza solo una volta. Ciò a dire, che se di “fallimento” si tratta, il suo contributo a mitigarlo o cambiarlo di segno lo si può, senza tema di smentita, valutare come inesistente o del tutto irrilevante».

Non le manda a dire, il presidente della Comunità Montana, che risponde anche all’ultima accusa, quella di «scarsa progettualità» e di «campanilismo dei sindaci», che secondo Fois si possono superare solo collaborando davvero tutti insieme, «sul campo e non a parole».

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