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Inchiesta sulla morte al Civile, cinque medici dal gup

Gesuino Porcu
Gesuino Porcu

L’inchiesta sulla morte di Gesuino Porcu: il 7 novembre le decisioni del giudice

29 ottobre 2014
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SASSARI. Nella richiesta di rinvio a giudizio, il pubblico ministero definisce i comportamenti dei medici (dell’ospedale Civile di Sassari) sotto inchiesta «ingiustificatamente attendisti e omissivi», una condotta, scrive il magistrato, «che ha permesso e non efficacemente contrastato una massiva estensione dell’infarto venoso dell’intestino e la necrosi massiva dello stesso».

Nell’udienza preliminare fissata per il prossimo 7 novembre il giudice deciderà se Pietro Niolu (primario di Chirurgia), Francesco Bandiera (primario di Medicina interna), Luisa Porcu, Gianluca Erre e Antonio Cicu (medici in servizio nel reparto di Medicina interna) andranno o meno a processo per la morte di Gesuino Porcu, 69 anni, ex presidente dell’Azienda trasporti pubblici di Sassari molto conosciuto in città.

Porcu il 10 gennaio del 2011 fu ricoverato in Chirurgia al Santissima Annunziata perché aveva forti dolori allo stomaco. Lì gli avevano diagnosticato una trombosi alla vena porta, che raccoglie il sangue dell’apparato digerente e lo convoglia al fegato «ma nessuno dei sanitari – scrive il pm – dava indicazione della necessità dell’intervento che, al contrario, veniva inopinatamente escluso».

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Il giorno successivo Gesuino Porcu era stato trasferito in Medicina interna «e nonostante le manifestate condizioni di sofferenza veniva sottoposto soltanto a trattamento con terapie antidolorifiche, anticoagulanti e antibiotiche». A quel punto le condizioni del paziente erano peggiorate ulteriormente, «il danno anatomico ischemico, di fatto trascurato e sottovalutato anche dal punto di vista della sorveglianza radiologica – aggiunge il pm – evolveva».

Il 4 febbraio Gesuino Porcu venne trasferito in Rianimazione «e solo l’8 febbraio, quando era ormai in fin di vita, veniva sottoposto a intervento di laparotomia esplorativa». Ma l’intestino era in necrosi e infatti un’ora dopo l’operazione il paziente morì per uno shock settico. All’epoca delle indagini, ilo consulente della Procura stabilì che quella precipitazione del quadro clinico fu in qualche modo provocata dalla «condotta attendistica» dei medici, che avrebbero agito con «imperizia, negligenza e violando i protocolli operativi».

Nell’udienza del 7 sarà il gup a stabilire se gli imputati (assistiti dai legali Nicola Satta, Paolo Zichi e Piergiovanni Arru) abbiano qualche responsabilità o se invece la loro condotta fu rispettosa dei protocolli medici. I familiari della vittima, intanto, si sono affidati all’avvocato Stefano Porcu.

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