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Lavoratori in allarme per i ritardi nell'avvio della chimica verde

Pinuccio Saba
Il sit in davanti alla sede della Regione in via Roma
Il sit in davanti alla sede della Regione in via Roma

I sindacati chiedono alla Regione di convocare l'Eni: «Crediamo nel progetto ma non in chi deve portarlo avanti»

29 ottobre 2014
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SASSARI. «La Regione deve convocare immediatamente l’Eni per un esame dello stato dell’arte e perché ci dica chiaramente cosa intende fare della chimica verde». Non è un caso che le segreterie territoriali di Filctem-Cgil, Uiltec-Uil e Femca-Cisl abbiano scelto di manifestare, ieri mattina, davanti al palazzo di via Roma che la Regione ha scelto come sede di rappresentanza a Sassari. Uno sciopero proclamato a livello nazionale, anche se le segreterie territoriali erano libere di scegliere la data, ma che per i lavoratori del polo chimico di Porto Torres, assume una valenza particolare. Perché dopo la cerimonia che non più tardi quattro mesi fa “inaugurava” la prime due unità produttive targate Matrìca, di chimica verde non si è più parlato.

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Un silenzio, soprattutto istituzionale, che preoccupa e non poco lavoratori e organizzazioni sindacali, alla luce anche delle mosse dell’Eni che sta cedendo o chiudendo tutti gli impianti petrolchimici e le raffinerie che possiede in Italia. Come è accaduto a Sarroch, con gli impianti Syndial che sono passati alla Sarlux. Un disimpegno che, indirettamente, è stato confermato un paio di settimane fa nel corso di un incontro fra le organizzazioni sindacali da una parte, e il presidente di Matrìca Catia Bastioli e il responsabile del Personale di Versalis Fabrizio Bellini. In quell’occasione è stata “ufficializzata” la rinuncia alla costruzione della centrale a biomasse, che verrà sostituita con due piccoli impianti per la produzione del vapore mentre Catia Bastioli ha spiegato che per la costruzione delle altre unità di produzione (ne sono previste altre cinque) Matrìca terrà conto delle condizioni di mercato.

«Così si modifica l’accordo di programma – spiegano quasi all’unisono i segretari di Filctem e Uiltec Massimiliano Muretti e Giovanni Tavera –, un accordo che noi, le istituzioni del territorio e la Regione abbiano sottoscritto con l’Eni e non con Matrìca o Versalis. Per questo chiediamo alla Regione di convocare immediatamente i vertici dell’Eni e chieder conto di quanto sta accadendo».

Una Regione troppo “silente”, sostengono Muretti e Tavera, e che sembra poco interessata al progetto della chimica verde. E non dimenticano, lavoratori e organizzazioni sindacali, che all’inaugurazione dei primi due impianti non c’era il presidente della Regione Sardegna Francesco Pigliaru ma solo l’assessore all’Industria Maria Grazia Piras. Un progetto che, al momento, occupa 550 persone e che a regime dovrebbe impiegare quasi 700 lavoratori diretti. «Abbiamo creduto e crediamo nel progetto della chimica verde – ha sottolineato Giovanni Tavera – ma non c’è più credibilità nei soggetti (Eni) che devono portare a compimento la trasformazione del polo chimico di Porto Torres». Per questa ragione si preannuncia una stagione di lotta «per difendere questo prospettiva futura» e lo sciopero di ieri è solo il primo atto.

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