La Nuova Sardegna

Sassari

Buddusò, le parti civili chiedono 5 milioni

Buddusò, le parti civili chiedono 5 milioni

Si avvia a conclusione il processo per il duplice omicidio di Biderosu. Ieri la parola ai legali della difesa

25 ottobre 2014
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SASSARI. Cinque milioni di euro è la richiesta risarcitoria presentata dagli avvocati di parte civile Lorenzo Soro e Pasquale Ramazzotti a conclusione dell’animosa discussione nel processo per il duplice omicidio di Buddusò. Due milioni e mezzo per i due fratelli scampati all’agguato del 29 aprile 2011 e altrettanti per genitori e zia della vittima.

I legali si sono associati alle richieste del pubblico ministero Carlo Scalas che una settimana fa ha chiesto ai giudici della corte d’assise la pena dell’ergastolo per i tre imputati Gianni Manca, Salvatore Brundu e Giovanni Antonio Canu (difesi dai legali Antonio Secci, Serena Luiu, Claudio Mastandrea e Speranza Benenati).

Nell’agguato nelle campagne di Buddusò furono uccisi Antonio Bacciu (32 anni) e suo zio Giovanni Battista (di 69). Altri due fratelli della giovane vittima si salvarono per miracolo: uno perché riuscì a scappare e l’altro perché si finse morto accanto al cadavere dello zio. Quella mattina erano tutti a bordo dello stesso pick up quando una scarica di pallettoni colpì il mezzo e uccise due componenti della famiglia. Il giorno successivo uno degli imputati – Gianni Manca – era già nella caserma dei carabinieri, già iscritto nel registro degli indagati insieme a due fratelli di Orune che poi però uscirono dall’inchiesta. «Ma Manca – ha precisato ieri il legale Speranza Benenati – la mattina dell’agguato era da tutt’altra parte e in tanti lo videro. Ha un alibi genuino. Infatti in un primo momento fu indicato come esecutore materiale del delitto e poi all’improvviso come mandante». Ha insistito, la Benenati, sulle “leggerezze” investigative, sui “mancati approfondimenti”. «La domanda che bisogna fare è questa – ha detto il legale durante l’arringa – E cioè: Gianni Manca diede incarico a Brundu di commettere il delitto? Secondo il pm sì. Perché? Perché sono cugini...». L’avvocato ha ricostruito il profilo dell’imputato, ha spiegato che tutti lo conoscevano in paese per essere un uomo che beveva spesso, questo sì, ma che non avrebbe mai potuto ammazzare qualcuno, «anche perché, nel caso specifico, non aveva interessi sul terreno di Biderosu occupato dai Bacciu» (questo era stato indicato come uno dei possibili moventi). I contrasti con la famiglia Bacciu? «C’erano, ma loro li avevano anche con i Massaiu, con i Sanciu e con altri ancora. E duravano, oltretutto, da molto più tempo». La difesa continuerà le discussioni lunedì mattina. (na.co.)

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