La Nuova Sardegna

Sassari

Palazzetto intitolato al poliziotto-eroe Niedda

di Emidio Muroni
Palazzetto intitolato al poliziotto-eroe Niedda

Sabato a Bonorva si terrà la cerimonia in memoria dell’agente ucciso dalle Br Saranno presenti i questori delle Province sarde e il prefetto di Sassari Mulas

23 ottobre 2014
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BONORVA. Sabato, alle 12, in collaborazione fra amministrazione comunale, presieduta da Giammario Senes, e polizia di Stato della questura di Sassari, guidata dal questore Pasquale Errico, inizierà la cerimonia d’inaugurazione e intitolazione del palazzetto dello sport di via Cavalieri di Vittorio Veneto alla memoria di Antonio Niedda, appuntato del corpo delle guardie di pubblica sicurezza, vittima del terrorismo, insignito della medaglia d’argento al valor militare e di quella d’oro al valor civile.

Alla manifestazione, che sarà introdotta dall’assessore comunale allo Sport, Giuseppe Ghisu, parteciperanno la moglie, Angelisa Ciscato, e i due figli di Niedda, il questore di Sassari, Pasquale Errico, il vicecapo della polizia, con funzioni vicarie, Alessandro Marangoni, il prefetto Salvatore Mulas, i questori di tutte le province sarde, i comandanti provinciali dei carabinieri, della guardia di finanza, del corpo di vigilanza ambientale, dei vigili del fuoco e numerose associazioni sportive e di categoria.

Antonio Niedda, nato a Bonorva il 2 febbraio 1931, il 4 settembre del 1975, fu assassinato a Ponte di Brenta, in via delle Ceramiche, nel corso di un servizio antirapina, dal brigatista Carlo Picchiura che, con un complice, tentava di sfuggire a un controllo e che, dopo la sparatoria, fu catturato dal capo pattuglia che, con un balzo, era riuscito ad evitare i colpi d’arma da fuoco.

Lo sfortunato agente della polizia stradale fu una delle vittime di un terrorismo che, negli “anni di piombo”, determinò una strategia della tensione, per sfociare in molti casi in eventi criminosi. Le sue qualità umane, il grande senso civico e l’attaccamento al dovere erano già stati premiati con un Attestato di Benemerenza, per la partecipazione alle operazioni di soccorso delle popolazioni del Vajont, e la Croce di Argento al Merito di Servizio. Aveva iniziato la carriera nel 1955 e, dopo aver frequentato la scuola di Vicenza, aveva prestato servizio nei reparti di Piacenza e Roma prima di essere assegnato alla sezione della polizia stradale di Padova, con sede nella caserma “Milliava”. Era sposato e aveva due figli, Francesco e Salvatore, che hanno proseguito l’impegno paterno arruolandosi nella polizia.

A quasi quarant’anni di distanza da quell’infausto evento il paese natale ne perpetuerà la memoria dedicandogli una struttura pronta ad accogliere i tanti giovani che potranno intraprendere una pratica sportiva e che avranno modo anche di riflettere su un luminoso esempio di lealtà, correttezza e senso del dovere.

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