La Nuova Sardegna

Sassari

Sorso, dopo 10 anni riprendono gli scavi a Santa Filitica

di Salvatore Santoni
Sorso, dopo 10 anni riprendono gli scavi a Santa Filitica

Un mese di lavoro per Università e Soprintendenza nel villaggio romano. Prossima tappa portare alla luce la parte bizantina del complesso archeologico

23 ottobre 2014
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SORSO. «Implementare le conoscenze sulla storia e promuoverne la valorizzazione nell’ambito di un circuito turistico-archeologico». Sono gli ambiziosi obiettivi che l’amministrazione comunale di Sorso guidata da Giuseppe Morghen, promette di perseguire con il primo timido tentativo di ripresa della campagna di scavi nel sito archeologico di Santa Filitica, dopo 10 anni di silenzi. Al complesso romano e alto-medievale, che sorge a pochi metri dalla battigia lungo la direttiva di costa fra i fiumi Silis e Pedras de Fogu - più precisamente fra Marritza e punta Tramontana -, Università e Sopritendenza di Sassari hanno dedicato circa un mese di attenzioni. Per l’evento, due giovani ed esperti videomaker, Giovanni Saturno e Michele Gagliani, hanno immortalato il ricordo in un cortometraggio di grande qualità.

L’idea è quella di riprendere le indagini a partire dal villaggio bizantino, di cui è già stata rilevata una serie di strutture, per verificarne l’estensione e procedere in seguito a mettere ulteriormente in luce l’impianto originario della villa. Questo perché le precedenti campagne (condotte fra 1982 e 2004) avevano evidenziato un insediamento pluristratificato, che interessano complessivamente un arco cronologico piuttosto ampio, compreso almeno tra il III e il IX secolo. «Gli abitanti del villaggio che praticavano l’agricoltura e l’allevamento – spiega il professor Pier Giorgio Spanu in un opuscolo edito qualche anno fa dal servizio Beni culturali della Regione - erano dediti anche ad attività artigianali, tra cui la produzione di ceramica e la lavorazione delle corna di cervo, con le quali si realizzavano, già nella fase di età vandalica, vari tipi di oggetti come pettini e fibbie».

Ora la prossima tappa della road map dell’amministrazione comunale è la verifica dell’estensione del villaggio bizantino, per poi proseguire con lo studio archeologico e archeometrico dei materiali, e con la divulgazione dei risultati delle indagini. «Rispetto a questi obiettivi le ricerche sono inquadrabili nella prospettiva di un piano pluriennale: ad oggi abbiamo previsto un primo intervento ma ci sarà una successiva ripresa nel 2015», spiega il primo cittadino.

Significa che le intenzioni della giunta Morghen-bis segnano - almeno per ora - la volontà di invertire la tendenza rispetto al passato, quando i siti archeologici risultavano letteralmente ricoperti d’erbacce per lunghi periodi dell’anno (vedi Geridu e Serra Niedda). «È nostro intento valorizzare i siti di interesse culturale, di cui il nostro territorio è ricco – sostiene il neoassessore alla Cultura, Angelo Agostino Spanu -. La collaborazione con l’Università e la Soprintendenza di Sassari è un passo importante per raggiungere tale obiettivo. Nello specifico, in questa prima fase, abbiamo dato il nostro supporto logistico collocando un serbatoio e approvvigionandolo con acqua potabile e provvedendo allo smaltimento della terra di riporto dello scavo».

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