La Nuova Sardegna

Sassari

Una grande festa a Banari per i 90 anni di Liliana Cano

Una grande festa a Banari per i 90 anni di Liliana Cano

Una sala strapiena, sabato, alla serata-evento A organizzarla la Fondazione Logudoro Mejlogu

21 ottobre 2014
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BANARI. La sala della Fondazione Logudoro Meilogu gremita e una grande quantità di di fiori per festeggiare i 90 anni di Liliana Cano, la più grande pittrice sarda. E lei l'artista, emozionata come una ragazzina, per l'affetto di quanti sono intervenuti alla cerimonia di compleanno organizzata dalla fondazione presieduta dal pittore Giuseppe Carta. Liliana che non ha mai amato parlare tanto ha dialogato con Manlio Brigaglia, passando in rassegna le diverse fasi della sua attività creativa: dalle prime esperienza quando era ancora all'Accademia d'arte di Torino, allieva di Casorati e altri grandi nomi dell'arte del Novecento, al lungo peregrinare in Italia insieme alla famiglia. Tanto che Liliana che pure si è sempre considerata una sassarese, ha potuto vedere la Sardegna solo a venti anni, approdata a Cagliari insieme alla famiglia, dopo un avventuroso viaggio a bordo dell’incrociatore Garibaldi, quando la guerra stava per finire.E poi le prime frequentazioni degli artisti sassaresi, le discussioni con Libero Meledina, Costantino Spada, Giovanni Piu, in quella sorta di cenacolo di Sassu in via Usai, preludio di un lungo sodalizio culturale e umano.

Quello era un periodo particolarmente felice per l'arte in Sardegna, gli anni di Filippo Figari e Eugenio Tavolara.

Manlio Brigaglia ha parlato di quei straordinari personaggi e soprattutto ha cercato di far parlare Liliana. Il riferimento continuo va al prezioso volume scritto da Massimo Mannu edito da Edes, che ricostruisce la biografia artistica di Liliana descrivendo anche alcune delle opere più significative. Non tutte, ovviamente. « Non c'è famiglia borghese sassarese- ha ricordato Brigaglia_ che non abbia in casa un ritratto o un'opera di Liliana Cano». Secondo Mannu sono almeno ventimila le opere create da Liliana Cano. «In realtà sono molte di più» ha precisato l'artista.

Ed ecco, poi, anche il periodo francese di Cano. Parigi ma anche la Provenza e la Camargue. «In ogni centro c'era una casa della cultura poichè i francesi hanno sempre amato l'arte». E in quei luoghi che Liliana ha vissuto e ha creato. E la sua arte è stata talmente apprezzata da affidare all’artista il compito di rappresentare la Fancia in alcune manifestazioni internazionali.«Ma allora perché sei tornata a Sassari?» ha chiesto Brigaglia. «Perché una mattina mi sono svegliata e mi sono detta: ho 70 anni, non vorrei che un giorno mi trovassero morta in uno di questi bei villaggi francesi».

E il ritorno a Sassari ha rappresentato per Cano un periodo di nuova esplosione artistica: i colori abbaglianti, i cavalli, le gitane, hanno ridato linfa e ispirazione a una donna sempre curiosa e creativa. «E generosissima», ha precisato Marisa Porcu Gaias che ha portato gli auguri dell'amministrazione provinciale di Sassari. Auguri anche dal sindaco di Sassari e da quello di Banari e da molti ex allievi. La serata, allietata dalle musiche di Arcangelo Corelli affidate ai solisti della cooperative Teatro e/o Musica, Davide Soddu (violino) e Calogero Spartato (tiorba) è stata aperta dai saluti di Giovanna Licheri, per conto della Fondazione. Al termine della cerimonia il presidente della Fondazione Logudoro Mejlogu, Giuseppe Carta, ha consegnato all'artista un pregiato cristallo in cristallo e oro riproducente la famosa cipolla di Banari. (p.p.)

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