La Nuova Sardegna

Sassari

La multa è sbagliata ma è obbligato a pagare 400 euro

di Giovanni Bua
La multa è sbagliata ma è obbligato a pagare 400 euro

Entra nella ztl di notte per andare in farmacia, ha ragione ma i termini per ricorrere sono scaduti

18 ottobre 2014
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SASSARI. Lo “Zerinolflu” più caro della storia. Il noto medicinale è costato infatti a un insegnante di musica sassarese la bellezza di 400 e rotti euro. L’importo della multa che si è visto recapitare con due anni di ritardo trasformata nella cartella Equitalia d’ordinanza. Multa elevata, ha scoperto il 50enne dopo una visita al comando della polizia municipale, per accesso non consentito nella Ztl alle ore 00.39 del 19 luglio 2012.

Contestazione alla quale Eugenio Pinna si è detto subito certo di poter rispondere. L’insegnante infatti si ricordava benissimo di quella notte del 2012, del terribile attacco allergico che gli impediva di respirare e della decisione di saltare in macchina e andare nella storica farmacia notturna cittadina di Simon.

«Mi ricordo anche – sottolinea – di aver chiesto al farmacista come comportarmi per la ztl, istituita da poco. Lui mi diede quella sorta di giustificazione che si usava allora, che dopo pochi mesi non sarebbe stata più necessaria. “Se arriva la multa” mi disse “porta questa e la tolgono».

Detto fatto, il pezzo di carta chiaramente non salta fuori, ma nella farmacia di Largo Brigata Sassari sono gentilissimi, e con data e medicinali acquistati riescono a risalire all’acquisto e stampare una ricevuta con tanto di ora. «Perfetto, ho pensato – racconta Pinna –. E veramente soddisfatto di me sono subito andato al comando a chiedere giustizia».

Qui la doccia gelata. «Al Comando mi hanno detto che avevo ragione – racconta l’incredulo insegnante – ma che i termini per fare ricorso erano scaduti». Difficile da credere, considerando che l’insegnate la multa l’aveva vista per la prima volta nel 6 maggio del 2014, ma giustificato da un inoppugnabile documento che il comando dei vigili tira fuori: «Mi hanno detto – racconta Pinna – che un messo comunale aveva tentato la consegna a casa mia nel 2013. E, non trovando nessuno, aveva lasciato un avviso di giacenza. Avviso che io non ho visto, trovato, ricevuto. Ma che il messo dichiara di aver lasciato».

Da quel momento i tempi macinano inesorabili e la multa segue il suo iter, depositata in Comune, appesa in busta chiusa, a disposizione negli uffici. «Insomma – chiude Pinna – il suo periodo di giacenza si è compiuto. Nessun ricorso è più presentabile. Il fatto che io abbia inopougnabilmente ragione è secondario. Devo pagare». Unica via: denunciare il messo che sostiene di aver depositato l’avviso. «Ma non lo farò – chiude Pinna – anche se non ho intenzione di fermarmi. Pago e vado avanti. Perché esistono cose giuste e sbagliate e non solo giacenze. Il Comune sa che io ho ragione. Dovranno ammetterlo prima o poi. Forse».

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